Come Foglie Rosse in autunno

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Col Topolino 3339 si conclude la storia in quattro parti Foglie Rosse, che ricorderemo come il debutto di Claudio Sciarrone come autore a tutto tondo. Un debutto con tutti i crismi, che ci pone davanti un modo atipico di scrivere Disney. È un bene o un male? Vediamolo insieme.
Il disclaimer che ha annunciato Foglie Rosse sulle pagine dei Topolino precedenti.

Ci si aspettava “venti di tempesta” sul Topolino 3336, eppure ciò che abbiamo avuto non è stato quello. È stato di più! La ventata di freschezza che permea la sceneggiatura di Claudio Sciarrone, infatti, riesce a dare un tono particolare alla storia, ma nel migliore dei sensi. Partiamo dal principio. Foglie Rosse è un’avventura che vede come protagonisti Tip e Tap alle prese con la loro band musicale e uno strano personaggio di origini aliene. Fin dalle prime pagine ci viene spiegato il conflitto che coinvolge la razza di Phil (al secolo P-Hy-7897) e quella degli Sgharooz, un popolo tiranno affamato di nuove conquiste. Al centro della vicenda c’è il ponte quantistico da cui Phil ha rubato un pezzo prima di rifugiarsi proprio sulla Terra.

La copertina del Topolino ospitante la prima parte di Foglie Rosse.
Le influenze stilistiche

La storia risulta un’eccellente versione moderna di quei film anni ottanta che mantenevano alle sedie un’intera generazione. Facendo affidamento alla propria cultura cinematografica, l’autore riesce a proporci un nuovo E.T., un nuovo Goonies, senza portarsi dietro quel senso di vintage che per molti – grazie al diffuso revival – risulta oramai stucchevole. Il risultato è un adventure comedy fresco, guizzante, dal ritmo serrato a scorrevole. I compagni dei nipotini interagiscono senza sparire sullo sfondo, ma fornendo i giusti assist narrativi all’evoluzione della vicenda.

Personaggi vivi e ruoli redivivi

A far da padrone lungo la corsa contro il tempo degli episodi è, quindi, la gamma di interazioni tra i personaggi. Ne risulta una vitalità ritrovata per i nipotini, a lungo relegati come comprimari per un più protagonista Topolino. In questo scambio, però, lo zio non va a perderci, anzi. Ritrova infatti quel ruolo genitoriale come spesso si vedeva nelle storie degli anni novanta, ma che trova radici nel tardo Gottfredson. Nelle sue poche apparizioni, Mickey Mouse si mostra un genitore affabile, pronto a sostenere i nipoti e a giocare quel ruolo paterno-amichevole che ci si aspetta da un personaggio positivo come lui.

Il logo di Foglie Rosse come mostrato nella quarta parte della storia.
Giochi di luci e colori

Come può suggerire il titolo, a dominare la gamma dei colori della storia è il rosso. Sono rosse le foglie, ma anche il ponte; son rossi i vestiti, ma soprattutto l’atmosfera. È autunno e si sente in ogni pagina proprio per questa attenzione dettata dal concept dell’autore. Coi colori ci si gioca e ci si emoziona, fino al climax, quando una lacrima scende mentre alle foglie si mischiano gli stralci del… Non spoileriamo. Questa è una storia che non va raccontata, ma letta. La componente visiva gioca una parte fondamentale e rende quello che è un concitante racconto una storia da vivere. Dalle pagine traspare, infatti, l’emozione dell’autore che sembra raccontare agitando le mani un’esperienza cui ha assistito. La trasmissione ha effetto, quei personaggi li vedi muoversi come dei ragazzini veri, con i loro timori e il loro slang.

Non finisce qui

La storia si conclude positivamente, come il format richiede, ma lascia aperti spiragli per un sequel. Una nuova minaccia chiude il racconto, ripescando uno dei topoi più diffusi di questo genere. Colpiti dallo stile di Claudio Sciarrone, non possiamo che attendere positivamente il seguito!

Intanto, lungo la trama, vengono diffusi i semi di un crossover! La saga, infatti, entra a far parte della continuity di Tre paperi in gioco, allacciandosi direttamente all’evento X-Music! (Enna/Perissinotto), che ci aspetta dal Topolino 3341, come preannunciato da Alex Bertani in occasione dell’ultimo Lucca Comics.

(KAPPA JACK)

©Disney

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