Universi fantasy, supereroine, robottoni, preti ferocemente anticattolici e graphic novel dall’anima sociale e politica: quanto Topolino c’è nei fumetti non disneyani degli autori italiani?
Mettendo le loro pagine in controluce, magari stringendo un po’ gli occhi, si vede spuntare in filigrana una sagoma con le orecchie tonde?
Abbiamo provato a chiederlo a 5 firme del fumetto italiano, ospiti della Fête de la BD di Bruxelles, che ci hanno così raccontato il loro rapporto con il fumetto disneyano e offerto i loro consigli di lettura per chi vuole esplorare nuovi orizzonti della nona arte.
Mirka Andolfo
Moby Dick, la parodia disneyana dell’omonimo romanzo di Herman Melville firmata Artibani e Mottura (qui la nostra recensione), non sarebbe la stessa senza la colorazione di Mirka Andolfo.
Da autrice completa fuori dalla Disney, ha sfondato con ControNatura il tetto delle duecentomila copie vendute solo negli USA.
A Lucca Comics & Games ha appena annunciato Mercy, un horror gotico ambientato nel Klondike durante la corsa all’oro: i fan della $aga avranno già alzato le antenne.
Hai collaborato con il mondo fumettistico disneyano sempre come colorista e non come disegnatrice!
In realtà sì! Anche se non per Topolino, ma per le cover dell’ultima ristampa di Witch!
Il tuo percorso disneyano ti ha formato in qualche modo?
Assolutamente, è stato molto istruttivo. Sono cresciuta tantissimo quando ho iniziato a lavorare al Dracula di Bram Topker con Fabio Celoni, che è molto molto bravo anche a colorare. Io all’epoca avevo appena iniziato, mi ha insegnato parecchio soprattutto sulla narrazione e su come raccontare col colore, non solo fare “piatto-ombra-luce”, ma proprio nel creare l’atmosfera.
In Contro Natura però i tuoi animali antropomorfizzati sono decisamente diversi da quelli disneyani: vista la differenza di stile e tono, non so quanto ti siano stati d’aiuto per sviluppare il tuo tratto!
No, infatti! Però stilisticamente ho sempre amato i fumetti Disney, per cui di sicuro mi ha influenzato in parte. Io adoro Barbucci e le Witch. Quindi diciamo che sono cresciuta con loro e mi ha influenzato parecchio, anche indirettamente e senza rendermene conto.
E da allora hai disegnato anche per Wonder Woman per DC Comics.
Sì, varie cose: per due anni Bombshell, con le eroine DC in versione pin up della seconda guerra mondiale, in una timeline alternativa. Poi ho fatto dei numeri di Harley Quinn, Wonder Woman, e poi vari altri numeri su Teen Titans, Killer Frost, svariate cose! Adesso sto facendo il fumetto di RWBY, una serie di cui DC ha comprato i diritti, ed è tipo Cappuccetto Rosso stile anime fantasy.
Novità anche in ambito Disney?
Ormai sono impegnato sui miei fumetti e non coloro più, cioè, coloro me stessa!
Hai qualche consiglio fumettistico, disneyano e non, per i nostri lettori?
Non perchè ci ho lavorato su, ma Dracula di Bram Topker è una parodia Disney bellissima, me la rileggo ancora adesso volentieri!
E poi, Death or Glory di Remender e Bengal: una delle letture più interessanti che ho avuto modo di fare ultimamente.
Riccardo “Ruggine” Pieruccini
Fumettista, illustratore, storyboarder, ma anche inchiostratore per la Marvel (impegnato con Simone Bianchi, tra l’altro, su Wolverine Evolution e Thanos rising), insegnante di manga presso la Lucca Manga School di Lucca e grande appassionato di cyborg e robottoni giapponesi: tutto questo è Riccardo Pieruccini, in arte Ruggine.
Ciao Riccardo: quali sono le tue influenze disneyane?
Ho fatto un workshop con Barbara Canepa e ho guardato tanto al lavoro di Alessandro Barbucci quando ho dovuto spaziare dal supereroistico all’umoristico per lavoro.
Tutta la corrente arrivata da Barbucci e Canepa in poi ha reso lo stile disneyano più fruibile e più personale: questa è la mia opinione spassionata. Conosco e stimo tantissimo alcuni autori, come Celoni: però sono delle mosche bianche, perché hanno uno stile molto più elaborato rispetto allo stile disneyano fatto in serie sul lavoro di Cavazzano.
E nonostante stimi molto quella corrente, tutta la modernità che ha fatto da apripista per le produzioni disneyane odierne mi ha sempre stimolato tantissimo!
Sono grande fan dei restyling e dei redux quando vengono fatti bene: la nuova serie di Ducktales per esempio la adoro: è qualcosa che ha specchiato il trend in un modo praticamente perfetto, al punto che vorrei comprarmi i cofanetti!
Qualche consiglio fumettistico da condividere?
Sul fumetto italiano la roba di Daniele [Caluri] mi piace tantissimo, la sua ultima cosa che ho letto è stato Slobo & Golem, che è un crossover della produzione di Nirvana, fatta con la Panini.
Lui ha questo umorismo caustico, in questo stile bestiale super bello; se non sbaglio credo l’abbia inchiostrata [Bruno] Cannucciari, quindi è una commistione con chi ha lavorato per Lupo Alberto e la Disney.
Ti consiglierei quello, poi per il resto leggo prevalentemente manga e fumetto americano trasversale come Saga, e qualche produzione francese.
Per quanto riguarda gli italiani devo confessarti che ultimamente leggo poca roba, se non indipendente: le cose di Mirka [Andolfo] mi piacciono molto!
Gianluca Maconi
Tra gli autori italiani presenti alla Festa del Fumetto di Bruxelles ce n’è uno ancora più a suo agio degli altri: Gianluca Maconi, oltre ad aver disegnato, tra i molti altri, Long Wei e gli Orfani bonelliani (nonché Jimi Hendrix!), dal 2012 è saldamente alle matite di varie serie fantasy pubblicate dalla casa editrice francese Soleil.
Tu nel fumetto disneyano ci hai proprio lavorato, a partire Ralph Spaccatutto!
Sì, ho fatto un po’ di cose per la Disney americana.
Mai pubblicate in italia, purtroppo.
Che io sappia no, anche perché non c’è una intensa comunicazione: non ti dicono cosa viene pubblicato o meno in altri paesi! E poi lì lavoravo con un agente che si occupava di queste cose. Ho fatto delle pagine Ralph Spaccatutto, delle tavole della “graphic novel”, diciamo, di Ralph, e un episodio breve di sei pagine. Avevo inchiostrato anche le matite di Matteo Scalera per Prince of Persia.
In futuro prevedi qualche collaborazione con la Disney, o ormai ti dedichi esclusivamente allo stile realistico e al mercato franco-belga?
In realtà ho cominciato adesso una nuova serie per ragazzi per Soleil, sempre fantasy ma più umoristica, in quella specie di incrocio tra stile manga e disneyano che sta nascendo adesso. Si intitola Azaqi e la scrive Nicolas Jarry, lo stesso sceneggiatore di Elya e Elfes.
Quindi in linea di massima penso di no, anche perché voglio lavorare con cose mie.
Immagino ci sia un’altra partecipazione e coinvolgimento.
Sì, anche se io sono cresciuto col fumetto Disney: da piccolo volevo disegnare Topolino a tutti costi, disegnavo sempre personaggi antropomorfi e, sì, in realtà non mi dispiacerebbe una volta disegnare una storia di Paperoga, o qualcosa del genere!
Però preferisco lavorare sulle cose mie: poi ovviamente i sogni dell’infanzia rimangono sempre, come l’Uomo Ragno… che poi adesso è Disney anche lui.
Ecco, se mi facessero disegnare Paperoga e Spider-Man contro Darth Vader, quello lo farei anche gratis… però due pagine! <ride> Scherzo!
Anche perchè se poi aggiungi la tua esperienza di lavoro con il fumetto serializzato italiano sia con Aurea sia con Bonelli, a un certo punto hai coperto tutto!
Eh sì, mi piace cambiare: ogni volta che inizio una serie nuova mi piace che sia una cosa completamente diversa, infatti anche in Italia penso di aver lavorato quasi con tutte le case editrici possibili e immaginabili. Mi piace cambiare e fare cose diverse, e così dopo 7 anni di Elfi, c’era la voglia di fare una serie per ragazzi.
Hai qualche raccomandazione fumettistica o qualcosa, anche non disneyano, che ti ha colpito di recente?
Eh, ce n’è tanta di roba! Rimarrei in una cosa ambigua, un po’ disneyana e un po’ no, che è il Topolino fatto da Tebo, spettacolare.
In questo momento è il suo periodo in ambito paradisney, e la collana della Glenàt è tutta bella. E poi ho visto che stanno ristampando anche qui in Francia tante storie Disney veramente molto belle, tipo Moby Dick.
Colorato da Mirka Andolfo, anche se non è accreditata!
Ho avuto una discussione questa mattina in proposito!
Anche perchè la colorazione aggiunge molto a questo tipo di tavola.
Eh sì, e comunque Mirka è un personaggio di un certo rilievo in questo periodo; direi che mettere il suo nome tutto sommato non è sbagliato.
Di cose belle e strane qui ce ne sono tante, come il Conan francese, con trovate prettamente umoristiche all’interno di storie fantasy cattivissime, e mi piace quando la gente mescola, è sempre divertente!
Per quanto riguarda la produzione francese Disney, bisogna poi dire che c’è un altro modo di lavorare: andare tutte le settimane in edicola come in Italia non è facile.
Daniele Caluri
Conoscendo la tua opera non so quanto sia attigua al genere disneyano!
Zero! Assolutamente!
Comincia così la mia chiacchierata con l’esplosivo Daniele Caluri, molto livornese creatore, con Emiliano Pagani, di Don Zauker, sulfureo esorcista il cui ultimo albo Ego te dissolvo è appena stato presentato a Lucca Comics & Games.
Questo dopo aver prestato le sue matite a Dylan Dog, Martin Mystere e, per più di vent’anni, al Vernacoliere, «mensile di satira, umorismo e mancanza di rispetto in vernacolo livornese e in italiano».
Siamo al nadir dello zenit disneyano? Chissà…
Proprio partendo dalla tradizione dei periodici di satira in Italia, non si può non volare col pensiero alla turbolenta vicenda innescata nel 1990 da Cuore in merito alla storia Topolino in: Ho sposato una strega, mai ristampata perché sottintendeva la consumazione del matrimonio da parte del protagonista (e non con Minni, per di più!)
Ma non solo: proprio Daniele nel 2015 fu promotore della campagna per trasformare il Mausoleo di Ciano, a Livorno, nel deposito di Zio Paperone: la petizione su change.org si chiuse con più di 5000 firme, ma il clima politico attuale potrebbe essere propizio per un suo rilancio.
E allora, quali consigli fumettistici daresti ai nostri lettori per uscire dagli schemi disneyani?
Tra le letture che mi sono risultate più interessanti ultimamente per guardare fuori dalla nostra comfort zone c’è una antologia qui di fumetti egiziani che ieri ho comprato proprio qui: mi hanno colpito per il tratto veramente molto fresco e efficace… e per il fatto che non erano scritti in arabo ma in francese, quindi qualcosa lo capivo.
Mi incuriosisce, sebbene siano racconti che vengono da una realtà a me completamente sconosciuta.
Un altro fumetto interessante è Tungsteno, del brasiliano Marcello Quintanilha, che ho trovato molto efficace.
Racconta la storia da tanti punti di vista girando un po’ intorno a questo minuto di quotidianità: particolare, anche come idea.
E poi mi era piaciuta la raccolta pubblicata da Coconino su Buzzelli: la Trilogia, strepitosa ed elegantissima.
E infine Nameless, un horror decisamente inquietante di Grant Morrison: non facile, complesso.
Sara Colaone
Sara Colaone è fumettista, illustratrice e insegna Fumetto e Illustrazione all’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Nel 2017 a Lucca conquista il Premio Gran Guinigi come miglior disegnatrice per la graphic novel biografica Leda: che solo amore e luce ha per confine.
Quest’anno ha firmato, assieme a Luca De Santis, Ariston: un’occasione approfondire il tema della condizione sociale della donna in Italia, raccontata attraverso la storia corale dell’eponimo albergo sulla costa adriatica.
E’ un libro politico e nostalgico, con una utilissima postfazione di Francesco Satta ad illuminare i riferimenti all’attualità che costellano una narrazione che si dipana tra gli anni ‘50 e ‘70.
La postfazione di Ariston è fatta abbastanza bene nello spiegare in modo succinto che il nostro sguardo talvolta appiattisce il tema del femminismo. Il fatto che il femminismo sia stato promosso in Italia nel dopoguerra da figure maschili che tutto erano tranne che di sinistra, com’era Democrazia Cristiana, è interessante, ed è una cosa che non tutti sanno.
È una cosa molto distante dalla nostra idea ma è importante riflettere su questo aspetto della storia italiana perché oggi nessuno lo fa, vediamo solo quello che vogliamo vedere. Una carrellata intensa, ma io ho fiducia nei lettori!
Tra l’altro, per agganciarsi all’ambito disneyano, ho visto che hai partecipato a una serie di incontri sulla condizione femminile con Silvia Ziche, grandissima interprete delle papere!
Una persona deliziosa e molto intelligente: facciamo cose molto diverse, però devo dire che è stata una bella esperienza!
Parliamo dell’adattamento in francese di Ariston: c’è stata qualche difficoltà particolare?
Il libro in francese lo vedo per la prima volta anch’io! La persona che ha tradotto si chiama Laurent Lombard ed è specializzato in traduzioni di graphic novel di autori italiani; ha tradotto anche Gipi, ed una persona molto in gamba ed autonoma.
Mi ha interpellato per poche cose: c’è un personaggio che compare poco, “il Commendatore”, che in italiano è una carica un po’ ambigua: il Commendatore della Repubblica poteva essere un industriale che aveva dei meriti nel far progredire l’italia nel dopoguerra sul piano economico. Tradurre quella carica è stato complicato, in effetti in francese non c’è un corrispondente preciso, vediamo come l’ha reso… [sfoglia il libro] Monsieur le Président, boh!
Per finire, che fumetto ci consiglieresti?
Voglio ricollegarmi proprio al mondo dei paperi e a Silvia Ziche con …e noi dove eravamo?, Feltrinelli Comics!
Mattia Mariani
Immagini: © Disney – Panini Comics © Mirka Andolfo © Gianluca Maconi
Per la foto di Daniele Caluri, © Gaia Guarnotta
© Riccardo Pieruccini © Daniele Caluri © Sara Colaone