40 anni alla corte di Francia per Lady Oscar

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Una carrellata di curiosità e censure su Lady Oscar, anime uscito per la prima volta in Giappone 40 anni fa.


Lady Oscar

Era l’ottobre del 1979 quando  sugli schermi giapponesi fece il suo debutto Berusaiyu no Bara (la Rosa di Versailles), che da noi arrivò nel 1982 con il titolo di Lady Oscar.

Il  cartone era tratto  dal manga di Riyoko Ikeda, che fece un rigoroso lavoro di ricerca per restituire eventi ed atmosfere del periodo storico in cui si svolge la storia, con grande accuratezza di dettagli.

lady Oscar
Copertina di un numero del manga. Fonte Wikipedia

Come tutti sanno, la storia si svolge negli anni precedenti alla Rivoluzione Francese ed ha come protagonista Oscar François de Jarjayes, nobile ragazza cresciuta dal padre come un maschio e avviata alla carriera militare.

Originariamente Lady Oscar doveva essere un uomo. Tuttavia l’autrice Riyoko Ikeda non era certa di gestire una figura maschile, per cui la fece diventare donna.

E una donna che si travestì per arruolarsi nell’esercito ci fu realmente: Marie-Jeanne Schellinck, che si arruolò nell’esercito francese intorno al 1792.

Combatté nella Rivoluzione Francese, fu ferita e nominata sottotenente. Più felice l’epilogo: si sposò con un tenente della sua compagnia, ma non lasciò la carriera militare e continuò a seguire suo marito nelle battaglie.

Esiste anche un’altra figura storica a cui la Ikeda potrebbe essersi Ispirata: Pierre-Augustin Hulin, un militare della Gardes Françaises  che, pur avendo servito fedelmente la sovrana Maria Antonietta, il 14 luglio 1789 si mise a capo del popolo insorto, camminando verso la Bastiglia, ed entrò fra i primi nella fortezza

Marie-Jeanne Schellinck
Pierre-Augustin Huli

La Rosa di Versailles rappresenta un punto di svolta nell’animazione giapponese: per la prima volta si affronta il tema dell’identità di genere e ci mostra un’eroina innovativa e unica fino a quel momento.

Di questo anime si è tanto parlato e si continua a parlare, continuando ad affascinare intere generazioni.

Parecchie però sono le curiosità di cui forse non siamo al corrente. Vediamone alcune.

Nel cartone animato, moltissime sono le figure storiche.

Non parliamo solo della regina e del re, di Robespierre e Saint-Just. Sono esistiti anche Il conte Hans Axel von Fersen, presunto amante della regina, la contessa Du Barry, Jeanne Valois  e suo marito Nicholas , la duchessa di Polignac, e anche la dolce Rosalie, che fu la cameriera che assistette Maria Antonietta durante la sua  prigionia prima della ghigliottina. Ci fu anche un generale de Jarjayes, che però era troppo giovane per essere il padre di Oscar. Lui e Fersen organizzarono la disastrosa fuga a Varennes.

Nella versione originale Lady Oscar viene sempre chiamata Oscar François o Colonnello. Quasi nessuno sa che si tratta di una donna

La versione italiana fu pesantemente censurata. Nei dialoghi italiani Oscar viene chiamata Madamigella e quindi si presuppone che tutti conoscano il suo genere. La serie originale gioca molto sull’ambiguità e confusione generate dal fatto che Oscar, pur essendo una donna, veste e si comporta da  uomo.

Nella prima parte della serie, tutti sono convinti che Oscar sia davvero un uomo, al punto che a corte tutti si rivolgono a lei chiamandola “Colonnello” o semplicemente Oscar François. Nella versione italiana, invece, tutti sanno che Oscar è una donna, e si rivolgono a lei chiamandola “Madamigella Oscar”.

Inoltre, vive molti conflitti interiori  a causa della propria identità sessuale, cosa che nella versione italiana non esiste, tranne in poche scene e quasi sempre come conseguenza del suo amore per il conte Fersen.

Lady Oscar

Dal manga fu tratto anche un film nel 1979, che non ottenne un gran successo. In Italia arrivò solo dopo la serie TV, ma non fu mai distribuito nelle sale.


Manga, film e anime hanno tutti un finale diverso

Nel manga, dopo la morte di Oscar, la storia continua per circa 200 pagine, raccontando le vicissitudini di Maria Antonietta. La Ikeda ideò infatti la sua storia perché affascinata dal personaggio della regina, di cui aveva letto la biografia scritta da Stefan Zweig. Inoltre esiste uno spin-off Lady Oscar – Le storie gotiche –, ambientato prima che André fosse ferito all’occhio.

Il film termina con André e Oscar che, in borghese, si uniscono al popolo in rivolta diretto alla Bastiglia. Tuttavia vengono separati dalla folla e André, colpito da una fucilata, muore mentre Oscar continua a cercarlo invano.

Nel doppiaggio italiano del film si sono mantenuti i doppiatori della serie TV

A proposito del doppiaggio, bisogna rimarcare che nell’originale giapponese la voce narrante era maschile. I dialoghi sono stati censurati, tagliati e modificati perché si riteneva non fossero adatti a un pubblico di giovanissimi. A parte la già citata Oscar, che non viene mai chiamata Lady nell’originale, possiamo contare alcune importanti variazioni che, se non cambiano di molto il senso della narrazione, appaiono comunque  importanti.

Si parla più volte di prostituzione

Rosalie Lamorlière ferma la carrozza di Oscar per offrirsi in cambio di denaro (la crede un uomo), non per chiedere l’elemosina come nella versione italiana. Questo scatena l’ilarità di Oscar

Lady Oscar

Rosalie, personaggio realmente esistito, accudì la regina fino alla sua esecuzione e dettò la sua testimonianza sulla sua prigionia a quello che fu il primo biografo di Maria Antonietta. Purtroppo di lei non esistono ritratti.

La prostituzione ritorna anche nella figura di Nicole D’Oliva, la sosia della regina utilizzata nell’Affare della Collana. Mentre nel doppiaggio italiano la giovane cieca chiede la carità a chi varca la soglia della propria stanza, nell’originale elenca le prestazioni disponibili e il loro prezzo!

Nicole D’Olive nel cartone e in un ritratto dell’epoca

Sempre a proposito dello scandalo della collana, al processo, Jean Valois dichiara che la regina intrattenesse relazioni saffiche con Madame de Polignac e con Lady Oscar, suscitando l’ira di quest’ultima. La versione italiana parla genericamente di ‘cose terribili’

Jean Valois nella finzione e in un suo celebre ritratto
La censura più pesante, tuttavia, è indubbiamente quella della scena d’amore tra Oscar e André.

Tagliata completamente in una prima versione, riappare in seguito. I due sono nudi, ma coperti dai lunghissimi capelli di Oscar. Tuttavia nel doppiaggio non parlano mai di amore, dicono soltanto “Ti voglio bene”, scelta discutibile e sinceramente incomprensibile. Solo in un lungometraggio trasmesso in Italia nel 2001 da Mediaset, intitolato Insieme per sempre, si è proceduto a un ridoppiaggio e  quel “Ti amo da morire”, sospeso più di vent’anni, fu finalmente detto.

lady Oscar

In Italia andarono in onda inizialmente 37 dei 41 episodi della serie.

Successivamente ne furono trasmessi 40, ma del 41esimo non furono mai acquistati i diritti e quindi non andò mai in onda nel nostro Paese. Si tratta a quanto pare di un episodio puramente riassuntivo. Del lungometraggio trasmesso su Mediaset, si sono perse le tracce, diventando un cult per i fan che sono riusciti in qualche modo a recuperarlo.

Chiudiamo l’articolo con una vera chicca: Oscar incontra Lupin in un episodio dell’anime dedicato al simpatico ladro.

L’episodio Folle amore a Versailles ha un’ambientazione atemporale dai toni surreali: Oscar manda un biglietto a Lupin con le indicazioni per impossessarsi della corona di Maria Antonietta. Lupin prova immediatamente una forte attrazione per quello che crede un bellissimo ragazzo e ne è ovviamente stupito. Solo dopo un duello per il possesso della corona, dove  Lupin denuda Oscar, scopre che questa è una donna.

L’episodio offre un finale alternativo alla serie.
La corona cela una perla segreta in grado di trasformare la carne in pietra. Tale destino subì André, trasformato in statua dallo sguardo della regina mentre veniva ghigliottinata, e ora Oscar finalmente riesce a raggiungere il suo eterno amore, trasformandosi in statua abbracciata a lui. Trovate qui sotto la fantastica scena del duello, una vera rarità!

Sabrina Ghini

Immagini:©Tokyo Movie Shinsha

altre fonti: Wikipedia

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