Un Paperoga dai mille volti

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Il caos a forma di papero

Si definisce pasticcione un individuo estremamente disordinato o confuso nell’operare o nell’esprimersi. Nel nostro caso, possiamo tradurre l’intero concetto enciclopedico attraverso un semplice nome proprio: Paperoga. Ed eccoci qui, dunque, a presentare uno dei paperi più strampalati di tutto l’universo Disney. Il caposaldo del #venerdìpapedroga, l’unico, inconfondibile ma soprattutto impareggiabile Fethry Duck!

Storia editoriale

Paperoga viene creato dallo sceneggiatore Dick Kinney (fratello di Jack Kinney, volto noto nella Walt Disney Company) e dal disegnatore Al Hubbard, che insieme sviluppano un personaggio a prima vista genuinamente strampalato, che assumerà col tempo un lato più emotivo emerso in numerose storie (una in particolare, analizzata più in basso), perfettamente integratosi con l’immagine bizzarra che il papero dal cappello rosso riesce ad incarnare.

Iniziamo a delineare qualche dettaglio in più sul suo conto. Non tutti sanno, infatti, che il papero  fu alle origini una rivisitazione più “dinamica” di Pico de Paperis, al pari di quest’ultimo per intelligenza e dedizione allo studio. Nonostante la somiglianza nell’aspetto teorico, nella parte pratica la differenza tra i due studiosi è abissale: le storie di Fethry Duck sono senz’altro tra le più stravaganti, e finiscono quasi sempre nel coinvolgere il povero Paperino, investito dalla scia di disastri causati dal cugino.

Nonostante in America Fethry Duck  non riesca a trovare un posto in prima fila, venendo presto accantonato, assume invece una posizione di rilievo in Italia. Nella metà degli anni ‘70, Giorgio Pezzin prenderà le redini del nostro amico piumato, dislocandosi in parte dalla creazione americana e trasformandolo in un personaggio sì più ingenuo, ma leggermente meno dinamico. Le storie più celebri saranno scritte proprio da Pezzin, e verranno pubblicate anche negli USA (da ricordare: 1976Paperino e il croccante al diamante;  Paperoga e l’isola a motore; 1983, Paperino e la casa elettronica).

Una parola su Pezzin

Paperoga

Sin dai tempi del liceo, Pezzin ebbe la passione per la sceneggiatura, la sua più grande ambizione. Nel 1966 lavorerà come inchiostratore per Romano Scarpa, uno dei più celebri autori della Disney, paragonabile a Carl Barks.

Successivamente, Pezzin otterrà la laurea in Ingegneria, iniziando a praticarne anche la professione.  Sarà la profonda amicizia con Giorgio Cavazzano a permettergli di realizzare il suo sogno, entrando così nello staff di sceneggiatori della Mondadori nella redazione di Topolino nel 1973 ed esordendo nel 1974 con la storia “Paperino e la visita distruttiva“.

Le storie di Pezzin incentrate su Paperoga includono sempre Paperino, perennemente coinvolto dalle idee strampalate del cugino, e spesso finiscono entrambi a dover scappare dalla furia di zio Paperone.

Il duo Cavazzano-Pezzin lavorerà insieme anche al di fuori del panorama Disney (ad esempio, OSCAR & TANGO per il Messaggero dei Ragazzi, WALKIE & TALKIE per il Corriere dei Piccoli).

Nel 2004 Pezzin lascia ufficialmente la Disney per dedicarsi ad altre serie di fumetti insieme alla moglie Manuela Marinato, con la quale realizzerà le prime 86 storie a fumetti del Magazine Winx Club, note ormai a livello internazionale per il successo del cartone e dell’intero franchise.

Pezzin ha realizzato circa 430 storie e 13.500 pagine, per Disney. In sintesi: un mito.

Un fumetto che fa riflettere

Paperoga

Sarà Massimo Marconi (sceneggiatore) ad esprimere un lato del tutto inaspettato del carattere di Paperoga.

Si pensi, ad esempio, alla storia Paperinik e la minaccia cuginiforme, scritta nel 2002 e pubblicata sul n.100 di Paperinik e altri supereroi. Un racconto che racchiude senz’ombra di dubbio i classici aspetti comici di Paperoga, ribaltando il tutto in un finale molto più “tragico”. Un finale che fa riflettere. Paperoga sa, è consapevole di non essere ben voluto dai suoi familiari (i quali fanno il possibile per negargli l’ospitalità), ma nonostante ciò cerca sempre di dare una mano, nel disperato tentativo di rendersi utile. Un carattere altruista, a tratti umile, spesso non percepito tra le righe. Ed all’ennesimo pasticcio (no spoiler), è lo stesso Paperoga ad ammettere di essere un impiastro, un ostacolo per chiunque, buono solo a far danni.

Una  storia che porto nel cuore e che spero possiate leggere.

Le maschere di Paperoga
Paperoga

Usciamo dalla strada della malinconia ed imbocchiamo nuovamente quella della comicità.

Paperoga merita di essere ricordato anche per i suoi alter ego: Me-Se 12 e Paperbat su tutti.

Al servizio di zio Paperone, ed in coppia fissa con Qu-Qu 7 (Quasi Qualificato7, alter ego di Paperino), Me-se 12 (a MezzoServizio12) fa parte dell’agenzia segreta privata del miliardario più famoso di Paperopoli, la P.I.A. (Paperon Intelligence Agency) con l’unico obiettivo di difendere il patrimonio dello Zio dalle rivali agenzie di spionaggio. Inutile dirvi il motivo per il quale Zio Paperone abbia assoldato i suoi due poveri nipoti per svolgere le missioni più rischiose (risparmio, forse? A voi libera interpretazione).

Paperbat è invece la versione “eroica” di Paperoga. Di “super” ha soltanto i suoi metodi ancor più ridicoli ed inefficaci. Dotato di un arsenale di certo non invidiato da qualunque altro supereroe presente nell’universo Disney (ad esempio, per indossare i panni del supereroe è costretto a cambiarsi in un bidone della spazzatura, da lui denominato Paper bidone), gioca un ruolo interessante seppur secondario nel ciclo di storie Ultraheroes, pubblicate nel 2008 su nove numeri consecutivi di Topolino (dal n.2726 al n.2734).

Ottiene, come gli altri supereroi suoi alleati, un nuovo costume con gadget e strumenti all’avanguardia, naturalmente mal sfruttati da Paperoga, il quale investe la maggior parte del suo tempo nella vendita di igloo da giardino (non mi sorprendo più di niente, ormai).

Perché amarlo?

Paperoga è per me un personaggio dalle mille sfaccettature, che racchiude in sé alcuni dei lati più comici dell’intera catena fumettistica. Con tutti i suoi pro e contro, nel carattere del papero emerge sicuramente un aspetto fondamentale: un cuore buono, messo a disposizione per aiutare il prossimo. Un grande papero, senza dubbio.

In conclusione, vorrei elencare una trilogia molto particolare. Se potete, recuperate i numeri 2803, 2804 e 2805 di Topolino: sono sicuro che le storie incentrate su Paperoga vi lasceranno.. senza parole!

Nicola de Martino Norante

Immagini © Disney

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