I Love Paperopoli! – La recensione finale

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I Love Paperopoli!
I Love Paperopoli!
6 settembre 2017 – 18 settembre 2019

No, tranquilli, non state leggendo l’epitaffio funebre di qualcuno. Queste sono le date che segnano il luuuungo periodo di costruzione di I Love Paperopoli!, il plastico di una città in cui tutti abbiamo sognato di abitare almeno una volta nella vita, a furia di leggere storie ivi ambientate.

Ebbene sì, sto parlando della mirabolante raccolta riguardante Paperopoli, patria di paperi ed avventure.

L’inizio di una saga

Me lo ricordo come fosse ieri: in tv passò la strepitante pubblicità di una Paperopoli tutta colorata e festosa, in pieno stile Paperino&Company. La trasformazione in realtà di tutti i fumetti su carta. Insomma, per un collezionista un po’ fuori di testa come me, un sogno!

Calcolatrice alla mano, mi feci due conti, seguendo i precetti dello Zione: 50 uscite totali previste, il prezzo alto ma abbordabile, soprattutto perché i sogni non hanno prezzo. Era deciso. Uscita dopo uscita, settimana dopo settimana, mi vedevo consegnato fra le mani un frammento di quel mondo in miniatura, il mio armadio iniziò a dover accogliere edifici e personaggi di ogni genere.

Ogni settimana, per me il mercoledì era Natale, con la conseguente attesa vibrante di quando aspetti di scartare i regali. Poi avvenne il disastro, il tracollo finanziario, tutti i piani economici fatti all’inizio dell’opera vennero sballottati: in aggiunta alle 50 uscite iniziali previste, se ne andarono a sommare altre 25. Ingoiai il rospo, vidi qualche farfalla uscire dal mio portafogli, ma continuai deciso a portare a termine l’impresa. Ma i guai non erano finiti: dai piani alti, qualcuno aveva deciso di mettere sul mercato 25 uscite aggiuntive. Il numero lievitato ammontò a 100 uscite totali, un’epopea degna di un cantore greco insomma. Ma si sa, il brivido fa parte dei grandi piaceri della vita…

La raccolta di I Love Paperopoli! ha avuto così tanto successo da meritare una seconda edizione

Rivisitata però nella forma grafica dei fascicoletti d’accompagnamento. Non ve ne ho ancora parlato? A fianco di ogni uscita, è stata studiata una specie di depliant informativo, con notizie riguardanti l’edificio in questione degne di una guida turistica.

I Love Paperopoli!

Frammenti di vignette e di storie significanti esplicano ancora meglio di cosa si sta parlando, per riuscire a connettere il mondo della carta con quello della plastica, addentrandosi tra strade dipinte e comignoli fintamente fumanti.

Perché collezionare una città?

Vi chiederete: perché spendere centinaia di dollar… di euro per della plastica, perché di plastica alla fin fine si tratta? Perché portarsi a casa quelli che ad occhi ignari possono sembrare solamente dei giocattoli raccatta polvere? Vi risponderò spiegandovi perché io l’ho fatto, ma sarei curioso di sentire la vostra in merito. Io ho deciso di collezionare Paperopoli con relativi abitanti per vedere realizzate le mie passioni, per avere ciò che ogni settimana mi emoziona durante la lettura tra le mie mani. Una miniatura completa di Paperopoli. Sentite come suona bene. Pensate, avere dinnanzi a voi la casa di Paperino e subito di fianco quella di Anacleto; scommetto che da dietro alle tendine si spiano, lanciando improperi l’un l’altro. E sulla collina Ammazzamotori, una vera collina, la vedete Amelia sulla sua scopa svolazzante mentre tenta di evitare il fucile spara-aglio di Paperone?

I Love Paperopoli

Dalla prigione i Bassotti stanno evadendo, mentre Ciccio schiaccia un pisolino in mezzo ai campi, si sveglierà presto, Nonna Papera sta per sfornare una delle sue torte…mmh, sentite il profumo?

Parlo poi direttamente a chi è amante delle miniature in generale, oltre a quelle del mondo Disney. L’assemblare le varie uscite, impiastricciarsi di colla vinilica le dita (e il successivo sbucciarla come si faceva da piccoli, ricordate?) per far stare assieme pezzi un poco traballanti, ed infine godersi tutti i particolari dipinti e scolpiti… non ha prezzo!

Insomma, avete capito: un mondo a disposizione dell’amore che ogni lettore, sin da piccolo, prova verso questa città di fantasia, traslato nella realtà. Io dico che ne vale la pena!

Ma ci sono dei ma?

Sì, ci sono dei ma. Perché va bene tutto, vanno bene i sogni, ma ho qualche piccola nota da fare. Come accennato all’inizio, le continue aggiunte di uscite. Da giovincello squattrinato come sono io e come lo sono tanti, avrei preferito che il numero fosse uno ed uno soltanto, predeterminato e non soggetto a variazioni in corso d’opera. Parlando un po’ in termini economici, ogni uscita, escluso il prezzo del Topolino (anche lui lievitato nel corso del tempo), ed escluse le prime due uscite dal costo ridotto, andava a costare 5.99 €. 

Moltiplicando il tutto per 48, la cifra finale è di 287 € e rotti. Insomma, non tantissimi, nemmeno pochi, ma all’inizio mi era sembrata una spesa ragionevolmente accettabile. Ora però si deve moltiplicare per due: quasi 600 €. Capirete che, quando la notizia di uscite in più mi aveva raggiunto, ero molto somigliante ad un Paperone svenuto per aver perduto qualche cent, solo che non avevo un Battista pronto a rianimarmi con un’essenza d’oro sotto al becco. 

Alt! So che qualcuno avrà pensato “Nessuno ti ha obbligato!“, sante parole. Non sono infatti qui a lamentarmi della spesa, solo a fare un resoconto, come alla fine di un viaggio si valutano i pro e i contro. Altri potrebbero dire “Avresti potuto smettere di comprare dopo la 50esima uscita”. Mi sarei ritrovato con un plastico a metà, e come si dice dalle mie parti, avrebbe fatto anguscia, ovvero avrebbe avuto odore di incompleto, un odore che non gradisco affatto. Non sono il tipo che non porta a termine le cose.

La casa che traballa

Qualche altra piccola stortura di naso l’ho avuta a causa dell’inesattezza di alcune componenti. Più volte è capitato che le due parti di un edificio non combaciassero perfettamente, o che decorazioni come bandiere ed orpelli vari non si incastrassero nei buchetti a loro adibiti. Per questi problemi, benedico l’inventore della colla vinilica. A chi deciderà di assemblare tutto, consiglio di armarvene, assieme a pennellini di precisione e agli strumenti necessari a farvi diventare provetti muratori in miniatura.

Ciò a cui non ho potuto proprio porre rimedio è la coloritura delle basi. Rappresentando prevalentemente erba e strade, la separazione tra le prime 50 uscite e le altre si nota molto: i colori spesso hanno uno stacco netto, che stona e le stradine non sono perfettamente simmetriche ed uguali nei bordi. Confido che questo problema verrà risolto nella seconda edizione del plastico, è servita un po’ di gavetta per un’opera così titanica.

 
Tuttavia, se mi chiedessero se lo rifarei, risponderei di sì

Penso che da sempre i gadget siano stati opere di punta di Topolino. E il plastico  rappresenta un maxi gadget, una saga edile da mettersi in camera e sfiorare con lo sguardo la sera prima di andare a dormire, ma anche un modo per tornare bambini e fare “brum brum!” con la 313. Pertanto, amici lettori e disneyani, I Love Paperopoli!, and you?

Immagini © PaniniDisney

Anto

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