«Qua la vita a Paperopoli è un gran ballo…»: è questo l’inizio della sigla di DuckTales, talmente celebre che scommetto che avete iniziato a canticchiarla nella vostra testa.
Su YouTube esistono centinaia di video che riproducono la sigla di DuckTales in cover o mix e vantano tutti innumerevoli visualizzazioni. Solamente il video della sigla pubblicato sul canale Disney XD, ad esempio, conta ad oggi 11 milioni di visualizzazioni. Perché la sigla di DuckTales è così orecchiabile da rimanere fissata in maniera indelebile nella nostra memoria? Lo vedremo subito, ma prima una breve premessa su come è nata questa sigla.
La genesi della sigla di Ducktales
È il 1986 e un giovane Mark Mueller si mette davanti al suo sintetizzatore Roland Juno 1 per comporre una canzone per la nuova serie animata Disney, la sigla di DuckTales appunto. Le indicazioni erano chiare: Disney non chiedeva la classica sigla da cartone animato ma voleva una vera e propria canzone pop, che ispirasse avventura, eccitazione e parlasse di – ovviamente – paperi. Mark impiegò non più di 45 minuti per realizzare quella melodia che noi tutti oggi ricordiamo. The DuckTales Theme fu cantata da Jeff Pescetto in inglese (inizialmente la Disney non voleva utilizzare Jeff, ma si ricredette non appena sentì la registrazione) e per l’Italia da Ermavilo, pseudonimo di Ernesto Brancucci, paroliere e doppiatore italiano, noto per aver dato voce a Pumba (Il Re Leone).
La serie animata e, con essa, la sigla di DuckTales hanno avuto così tanto successo da essere tradotte in 25 lingue e trasmesse in altrettanti paesi. Ducktales fu anche la prima serie TV animata americana a essere trasmessa nell’URSS, insieme a Cip & Ciop Agenti Speciali, in un programma serale che andava in onda la domenica dal titolo Walt Disney Presents.
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Dopo il successo della serie e della sigla di DuckTales, anche per Cip & Ciop Agenti Speciali, Chip ‘n Dale Rescue Rangers la Disney scelse nuovamente Mark Mueller per comporre la sua sigla che fu cantata, anche qui, da Jeff Pescetto (ed Ermavilo per l’edizione italiana). Ascoltandola notiamo subito molte similitudini con la sigla di DuckTales.
La sigla di Ducktales, invece, non è una semplice sigla di un cartone animato Disney. Anzi, ha tutte le caratteristiche per essere una vera hit pop, di quelle che ci rimangono in testa per giorni e giorni.
I 6 motivi che rendono la sigla di DuckTales indimenticabile
Adesso, mentre leggi questo articolo, sono sicura che ogni tanto quel motivetto iniziale ti sarà balenato in testa. Perché succede? Le neuroscienze e la teoria musicale ci vengono in aiuto. Ecco i 6 motivi per cui questa sigla è così orecchiabile:
1) La melodia
Come le più famose hit pop, The DuckTales Theme è caratterizzata da una melodia semplice. Di fatto, ci sono pochi spostamenti di 2-3 note che si muovono in senso ascendente e discendente, creando un movimento lineare. Questo la rende molto facile da ricordare e imparare anche per i meno esperti, quindi perfetta per i bambini.
2) A-woo-hoo
A woo-hoo! Quell’esclamazione a fine frase, che è stata aggiunta solo in fase di registrazione della prima stesura del brano, è un classico delle canzoni pop conosciuto come Millennial whoop: si tratta di una struttura melodica che alterna la terza e la quinta nota di un accordo musicale. Lo avrai sicuramente sentito nei ritornelli di canzoni come California Girls di Katy Perry (oh-a-oh-a), Tayo Cruz nella sua Dynamite, Lean on di Major Lazer e così via. Il woo-hoo di DuckTales cambia di lingua in lingua, ma l’autore lo aveva inteso come “a-woo-hoo!”.
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3) Salti di ottava
La linea del basso iniziale utilizza questi salti di ottava (da una nota bassa, ad esempio, do alla sua relativa più acuta) che hanno reso famoso l’inizio della canzone Somewhere over the rainbow (se ci pensi, è uno dei pezzi che ricordiamo meglio di tutta la canzone). Questi salti rendono anche l’inizio della sigla di Ducktales subito memorabile.
4) Struttura tipica delle hit pop
The DuckTales Theme adotta la struttura tipica delle hit pop:
- Strofa (Verse);
- Ritornello (Chorus);
- Ponte (Bridge);
- Ritornello (Chrous).
Questa struttura con un’introduzione, una strofa o esposizione, un ritornello e una sezione dove tutto cambia per poi tornare alla melodia del ritornello, si rifà alla forma sonata canonizzata nella musica classica, che la rende dunque familiare e semplice da ricordare.
5) Semplicità
Oltre alla melodia facile e orecchiabile, anche nella parte strumentale la canzone punta alla semplicità. Inizia con il basso e introduce, uno per uno, tutti gli altri strumenti creando così un senso di eccitazione e climax che culmina nel woo-hoo di fine frase.
6) Testi
Il testo della canzone, in qualsiasi lingua, è avvincente e ritmato, ispira senso di avventura e, grazie all’uso delle rime, rende il tutto molto facile da memorizzare.
“Qua la vita a Paperopoli
è un gran ballo
Corri voli in aereoplano
ma che sballo
storie di paperi
ma che bei paperi
Duck Tales, uh uh”
Nella versione originale, l’uso delle rime è ancora più evidente:
“Life is like a hurricane
here in Duckburg
Race cars, lasers, aeroplanes
It’s a duck blur
Might solve a mystery
Or rewrite history!
Ducktales! Woo Hoo!”
La nostalgia (e non solo) della sigla di DuckTales
Molti studi psicologici ci confermano che più spesso sentiamo una canzone e più saremo felici nel riascoltarla. In più la musica, ci insegna Daniel Levitin, musicista e neuroscienziato, è in grado di attivare tutte le parti del nostro cervello come un carburante. Alcuni descrivono questo fenomeno come “fuochi di artificio nel cervello”. E nessun’altra attività è in grado di fare qualcosa di simile.
Ma per la sigla di DuckTales non si tratta solo di elementi di teoria musicale sconosciuti ai più, rime e melodie semplici. La nostalgia qui gioca un ruolo fondamentale. Questa sigla è legata a ricordi felici e potenti della nostra infanzia, momenti in cui guardavamo la televisione dopo pranzo o oziavamo davanti alla TV la domenica.
Per questo motivo, nel reboot andato in onda nel 2017, la Disney ha fatto la scelta azzeccata e assai apprezzata dai fan di tutto il mondo, di utilizzare nuovamente questa sigla cui i nuovi doppiatori hanno dedicato un simpatico video.
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Fonti: Vanity Fair | Mark Muller Music |NerdSync
Giulia Satta