Narrami, o Musa, dell’eroe multiforme…
L’Odissea di Omero, il grande cantore greco, come tutti i classici che si rispettino ha fatto la sua comparsa su Topolino, che da sempre omaggia con le sue spettacolari parodie ciò che fa parte della storia, e che merita di essere ricordato nel corso del tempo. E non poteva, quindi, mancare un salto nell’Antica Grecia, tra eroi impavidi e guerre, con la Paperodissea.
Paperodissea
Breve lezione di storia e mitologia, tutti attenti: l’Odissea narra l’epopea di Ulisse che, dopo la decennale guerra di Troia, tenta in tutti i modi di far ritorno a casa, ad Itaca, dove lo aspetta la bella Penelope. Ma gli dei, adirati con lui, gli mettono i bastoni fra le ruote della nave, sballottandolo tra tempeste e mostri variegati, rendendogli il viaggio un’autentica macedonia di avventure.
Nel 1961 questo capolavoro dal sapore antico fa capolino sulle pagine del Topo, in due puntate ovviamente plasmate su becchi e sbaraquack. La storia, scritta da Guido Martina con alle matite Pier Lorenzo de Vita, è ambientata nei dintorni di Paperopoli. Difatti, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, il tutto avviene in contesto e tempistiche da film western, e non in secoli più classicheggianti. Una tipicità delle storie a stampo parodistico firmate Martina: anche Paperiade, l’Iliade paperizzata, nata nel 1959, presentava la stessa plasmatura.
È contro la nostra amata cittadina dei sogni, Paperopoli, che una tribù di indiani pellerossa ha combattuto una feroce guerra: i pennuti guerrieri erano rei di aver derubato un singolo, misero bufalo al grande latifondista Paperon de’ Paperoni. Al soldo di quest’ultimo vi è un novello Ulisse, il prode sergente Paperino, il cui intervento segna le sorti della tenzone. Non un cavallo di Troia, bensì uno sciame d’api fa si che i Paperopolesi risultino i vincitori, dopo ben dieci anni di guerriglia.
Il nostro eroe deve ora tornare all’amata dimora: Itaca è qui rappresentata dalla fattoria di Nonna Papera, e Paperina veste i panni di Penelope, che nell’attesa sta confezionando non una tela, ma bensì un lanuto maglione, che fa e disfa a seconda della moda del momento. Qui, Quo e Qua attendono con lei, fiduciosi che Paperin-Ulisse, portato a termine il suo compito, torni da loro. Ma lui ha intenzioni diverse, infatti si gode la bella vita assieme ai suoi compagni di battaglia.
Ulisse e il fisco
Se si pensa a Paperino, la prima parola ad affiorare alle labbra è “debiti”. Giustamente, questo aspetto fa parte anche della parodia. È il cugino Gastone, a capo di altri e numerosi creditori, a minare le finanze inesistenti del nostro papero. Essendo il soggetto a vagabondar pel mondo, Gastone si interessa della fattoria e dei suoi abitanti, appropriandosi e sperperando i beni di Nonna Papera, e facendo la corte a Paperina-Penelope. Ed è proprio nel momento in cui il cuginastro indossa l’eterno maglione destinato al reduce, che Paperino torna e lo sconfigge, riuscendo anche a liberarsi dei creditori.
Lieto fine…?
L’eroe torna a casa, riabbraccia i suoi cari, e vissero tutti felici e contenti. No! Il danaro ancora una volta si rivela il tallone d’Achille del nostro imperfetto Ulisse, che nelle ultime vignette si ritrova dietro le sbarre per aver sperperato tutti i soldi destinati a saldare i debiti…
Nel corso della narrazione appare anche il nostro amato Pippo, dalle sembianze di Tiresia, il cantore greco cieco, che aiuta i tre nipotini a capire dove sia finito il loro zio.
Se siete amanti del Topo, della letteratura e delle belle storie, Paperodissea fa per voi. Un consiglio, però: attenti a non perdervi, o rischiereste di fare il giro largo per tornare a casa…
Immagini © Panini Comics
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