Il Topo francese
Anno 2010: la casa editrice francese Glénat ottiene i diritti necessari per pubblicare le storie dei nostri Topi e Paperi preferiti. Glénat è un colosso editoriale noto, tra le altre cose, per aver stampato tanto buon fumetto franco-belga e per aver “portato in Francia” i manga (Akira e Dragon Ball in primis). Anche con il fumetto Disney, dunque, la casa editrice si è data da fare.
In un primo momento sono state pubblicate raccolte dedicate ad autori dall’estero: tra tutti Barks, Scarpa, Don Rosa e Gottfredson. Sono arrivate, inoltre, anche saghe più recenti, come PP8, Doubleduck o Wizards of Mickey. La vera svolta, però, è arrivata solo alcuni anni dopo. A un certo punto, Glénat ha deciso di iniziare a stampare storie originali di autori perlopiù (ma non solo) francesi, forse nel tentativo di formare una vera e propria “scuola disneyana francese”.
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Hanno visto la luce, in questo modo, svariati volumi, ognuno con un’identità grafica personalissima e ben precisa. Sembra solo naturale, date le premesse, che questa casa editrice abbia deciso di festeggiare con un volume speciale (uscito in ritardo di alcuni mesi, per dirla tutta) il novantesimo compleanno di Topolino.
Compleanno a Parigi
Il volume in questione è Mickey All Stars, un’antologia (QUI la pagina ufficiale dedicata al volume sul sito di Glénat). La scelta degli autori, in questo caso, è stata vasta e varia: ne sono stati reclutati circa cinquanta, dagli angoli più disparati del globo. Ogni autore ha pensato e realizzato da solo (salvo alcune eccezioni) una e una sola tavola. Ogni tavola è, di fatto, una breve storia autoconclusiva con Topolino come protagonista. Per la realizzazione delle mini-storie sono state imposte solamente due regole dall’alto. Prima regola: rispettare lo spirito del personaggio, interpretarlo senza snaturarlo.
Le mille e una porte
Prima di enunciare la seconda regola, è bene fare un focus sulla “trama” del volume. Le virgolette sono d’obbligo: effettivamente, più che di “trama” sarebbe corretto parlare di “cornice”. Esiste, certo, un filo conduttore unico, che metaforicamente è il compleanno di Topolino (ma all’atto pratico è una gita al luna park). Questo però non va a influenzare le storie raccontate da ogni singolo autore, che restano indipendenti l’una dall’altra. Parliamo, insomma, di un’opera in stile Le città invisibili di Calvino, in cui l’osmosi tra cornice e singoli raccontini è minima.
Il pretesto letterario e unico fil rouge è il seguente: durante la già citata gita al luna park, una signora offre a Topolino un viaggio straordinario per festeggiare quello che, evidentemente, è un giorno speciale per lui. Varcata la soglia della casa magica gestita dalla signora, il Topo si ritroverà a viaggiare, di tavola in tavola, tra un universo narrativo e l’altro. Entra qui in gioco la seconda regola: ogni autore è tenuto ad aprire la sua mini-storia mostrando il nostro protagonista mentre entra da una porta; è tenuto, in chiusura, a far uscire Topolino da una seconda porta, pronto per tuffarsi in una nuova avventura.
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Esercizi di stile
Tirare in ballo Calvino e le sue Città invisibili, peraltro, è più sensato di quanto non si potrebbe pensare: nella prefazione del volume si dichiara esplicitamente che questo vorrebbe avere un accent oubapien. L’OuBaPo (Ouvroir de bande dessinée potentielle, “Officina di strisce disegnate potenziali”) è un collettivo sperimentale di autori di fumetti che si ispirano esplicitamente e con forza all’OuLiPo (Ouvrier de littérature potentielle, “Officina di letteratura potenziale”) fondata da Raymond Queneau. Calvino, nel suo periodo parigino, ha appunto collaborato con l’OuLiPo.
Di sicuro tracciare un nesso tra le Città e Mickey All Stars è un’operazione arbitraria, e non sono note (ad ora) fonti che facciano pensare con chiarezza a un collegamento di questo tipo. Certo è, però, che le due opere nascono in due ambienti culturali estremamente simili e vicini tra loro. Mickey All Stars, come molte buone opere oulipiane, trasuda voglia di sperimentare, di rompere gabbie letterarie e, in questo caso, fumettistiche. Questo è evidente soprattutto per quanto riguarda stile e tematiche delle singole tavole.
Mickey strikes back
Partiamo da un presupposto: il Topolino protagonista di questo volume non è (solo) quello che siamo abituati a conoscere, troppo spesso presentato unicamente come investigatore. Le intenzioni degli autori sono chiare fin dalla prima vignetta. Il Maestro Cavazzano, che apre e chiude il volume disegnando i due capitoletti della cornice, apre le danze mostrandoci un meraviglioso Mickey in calzoncini rossi.
Non è solo una sterile citazione: Topolino, in Francia, soprattutto in questi anni, si disegna prevalentemente così. Ma non lo si fa per capriccio: è un modo per rivelare le proprie fonti di ispirazione privilegiate. Nel caso di questo volume (ma il discorso si può estendere a molti dei volumi pubblicati da Glénat in questi ultimi anni) le ispirazioni principali sono palesi: i primissimi corti di Mickey Mouse e le strisce americane di grandi autori come Gottfredson. In questo senso, Mickey All Stars è spesso iper-classico: non si contano le citazioni, grafiche ma non solo, ai primi anni di vita di Topolino. Il materiale di partenza è però rielaborato in cinquanta modi diversi, e spesso arricchito nel processo.
Uno sguardo dall’alto
Messo in evidenza quale sia l’impianto di base dell’opera, resta tuttavia difficile scendere nel dettaglio, soprattutto in poche parole. Si possono trovare dei tratti comuni alla maggior parte delle mini-storie. Due su tutti sono certamente la forte presenza di gag slapstick e il prevalere dell’azione sulla parola. Più di ogni cosa, però, credo che il vero tratto caratteristico di Mickey All Stars sia la creatività, declinata in più modi.
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Ogni tavola è unica, e presenta una diversa interpretazione dello stesso personaggio. Cambiano le tecniche (si passa dall’acquerello alle matite alla tavoletta grafica), gli stili (memorabile una mini-storia in perfetto stile franco-belga), i comprimari (la coppia Paperino-Pippo, Minni, Tip e Tap, Pluto, Basettoni ed altri), lo stesso Topolino. Per festeggiare il novantesimo compleanno di Mickey Mouse, Glénat non ha puntato su candeline, fuochi d’artificio o festeggiamenti generici. Nel volume compare soltanto una sobria torta, nell’ultimissima pagina. Si è scelto, invece, di festeggiare con qualcosa di ben più concreto, il vero punto di forza di questo personaggio: le storie. Tante, valide, tutte diverse tra loro.
Alessandro Giacomelli
Immagini © Disney – Glénat