Topolino è per grandi o piccini?
Topolino è un fumetto per bambini, e su questo non ci piove. Non sono io a dirlo, ma il target aziendale. Per quanti simposi possiamo fare al riguardo, resta un’unica certezza: Topolino è un’opera indirizzata a un pubblico molto giovane – ma molto, eh. Addirittura, negli ultimi anni, il settimanale ha ‘calato’ l’età della propria audience. Basti pensare alle svariate censure (come sigari e armi da fuoco). Quindi, sì, Topolino è un fumetto per bambini, ma questa non dovrebbe essere una componente diffamatoria.
La mia visione del Topolino
Chi scrive è una persona cresciuta con l’iconico magazine. Le mie prime due cover riportano uno Zio Paperone che ammira la propria immagine riflessa su un dollaro gigante e un Topolino in calzoncini rossi atto a celebrare il proprio compleanno. Se la memoria mi assiste, avevo più o meno 10 anni. Da lì è iniziato un amore che, seppur oggi non seguo come un tempo, mi rende orgoglioso dell’infanzia vissuta. Questo fumetto era e resta la mia isola felice, indipendentemente dal giudizio altrui.
Perché? Beh, i motivi sono i soliti – probabilmente il collante di questa community. Un esempio lampante è l’ingente quantità di vocaboli acquisiti oppure i valori positivi trasmessi da questo fumetto. Il tutto caratterizzato da un mondo con linguaggi e sceneggiature espressamente dirette a un pubblico di bassa età: caratterizzazione dei personaggi non così approfondite e costanti, storie e strisce non troppo complesse, divulgazione di principi indissolubili quali amicizia, amore e famiglia.
Sì, è vero, i fumettisti hanno saputo affrontare anche argomenti molto più complessi rispetto al pubblico al quale notoriamente si affacciano (il caso della morte è esemplare). Tuttavia restano piccole perle, che danno proprio la giusta concretezza alla dimensione di Topolino: un fumetto in grado di spaziare su vari temi in lungo e in largo, con la costante di un’eloquenza abbastanza immediata e semplice, non troppo complessa e abbastanza condivisibile.
Per questo motivo, quando ne acquisto un nuovo numero, so già a cosa vado incontro: per lo più, storie e strisce non troppo articolate, rappresentazioni dei protagonisti non sempre sviluppate in profondità e diffusione di principi auspicanti a una società aperta e condivisibile.
Dire ‘Topolino è un fumetto per bambini‘ non è infamante
Tutta questa premessa è solo un orpello al vero succo del discorso. Il contenzioso nasce nel momento in cui una comunità giudica i prodotti per bambini con toni infantili, sempre e comunque. Assodato che Topolino è un’opera in grado di trasmettere tangibilità emotiva e intellettuale, pur sempre attraverso sceneggiature dal target specifico, andrebbe ridiscusso il termine di paragone.
Nel bene o nel male, Topolino è un fumetto per bambini in grado di spostare gli equilibri delle nostre interpretazioni umane. In modo abbastanza netto, crea una patina di discussione che può spaziare nella vita quotidiana. Esempio lungimirante è l’eterna sfida tra il bene e il male: sono più diffuse le storie da ‘Eroe vs Villain’ rispetto a ‘Eroe vs AntiEroe’. Per provare a capirci in termini marvelliani, ci sono più lotte ideologiche contro Goblin invece che contro Venom.
In sostanza, la direzione del fumetto in questione ci aiuta a distinguere il bene dal male, i buoni dai cattivi esempi, le giuste azioni da quelle sbagliate. Una specie di ‘guida alle relazioni sociali’ che parte dal basso, una base da cui prendere spunto, per intenderci. Un’ottima base, per giunta, godibile anche dai più grandi. Certo, ogni settimana non sarà assicurata una storia con un personaggio approfondito a più interpretazioni, ma un Paperinik Vendicatore che lotta contro i soprusi del parentado resta pur sempre una lettura divertente e piacevole. Come può risultare diffamatorio tutto questo? Semplicemente perché basta dire ‘per bambini’ e la massa stereotipa il tutto.
E quindi?
Dunque leggete ciò che vi pare senza troppe paranoie, verrebbe da chiosare. Perché sì, Topolino è un fumetto per bambini, con termini goderecci anche per i più grandi. E questo non dovrebbe essere un problema. Il mondo non è un globo in bianco e nero, ma ha le sue sfaccettature. Così come Topolino ha insito in sé una vasta gamma di definizioni per il proprio pubblico.
Insomma, piantiamola di usare Topolino come metro di giudizio su cosa sia adulto e meno. Anche perché, se dovessi rifarmi ad alcune letture tipicamente ‘da grandi’, ci sarebbe molto da ridere sullo stimolo intellettuale offerto. Pensiamo, ad esempio, ai noti titoli sensazionalistici imbarazzanti e poco consoni a una società inclusiva e aperta, basati per lo più su preconcetti spiccioli e qualunquisti. Se proprio devo scegliere tra i due, investo sull’onestà intellettuale di Topolino.