Trama:Topolino e Minni vengono coinvolti in un complotto di portata interplanetaria
Un nemico sconosciuto ma familiare è alla ricerca di strani macchinari, i quali sembrano collegati al fantomatico progetto “Il mondo che verrà”. Assieme a Eta Beta, il nostro eroe cercherà di scoprire cosa si cela dietro a tutto ciò. L’autore e disegnatore di questa storia è Andrea Castellan, in arte Casty (clicca qui per link INDUCKS).
Perchè è una “prima volta“? Si tratta della prima storia Kolossal realizzata dall’autore.
Kolossal castyano
Passare dal “ci provo” al “ce la faccio”: citando l’autore stesso: è proprio questo ciò che ha contribuito alla riuscita di Topolino e il mondo che verrà. Nel momento in cui Casty ha preso determinate tematiche introdotte precedentemente e le ha portate ad un livello superiore, ha inaugurato il filone del “Kolossal castyano”. Non è un termine ufficiale, ma può essere utile per indicare questo filone di storie d’ampio respiro, di stampo epico e fantascientifico.
Sicuramente non è il primo esempio di storia topolinesca con queste caratteristiche: basti pensare a Topolino e il tesoro di Mook di Floyd Gottfredson e Bill Walsh o Topolino e la dimensione Delta di Romano Scarpa. Tuttavia, vi sono delle differenze sostanziali nella realizzazione:
- La tecnologia concepita è differente rispetto al passato, a causa della differenza tra gli anni in cui le storie si collocano.
- Le ispirazioni autoriali sono diverse per lo stesso motivo (es: tra gli ispiratori di Casty svetta il regista Hayao Miyazaki, che opera nel cinema dagli anni 80 a oggi)
Inoltre, Topolino e il mondo che verrà ha un impatto ancora più diretto e ingente a livello narrativo. Pensiamo alla pagina iniziale della storia.
Gottfredson e Scarpa avevano l’abitudine di partire da un inizio tranquillo, per poi introdurre e elaborare il lato fantascientifico in corso d’opera. Casty, invece, preferisce partire subito in quarta: il titolo della storia e la prima vignetta rendono immediatamente chiaro quello con cui avremo a che fare. La resa scenica risulta di maggiore impatto: raramente si trovano storie topolinesche che ricordano così tanto e bene un film di fantascienza dell’era moderna.
Che cos’è il mondo che verrà?
Casty ci introduce un termine pseudo-scientifico di sua invenzione: la denumerotropia. Essa rappresenta “l’essenza numerica del mondo”. Secondo la concezione aristotelica, l’essenza è (citando la Treccani) “ciò per cui una certa cosa è quello che è, e non un’altra cosa“. In sostanza, ciò che permette di distinguere una cosa da un’altra.
L’autore ha preso il suddetto concetto e lo ha collocato in una dimensione matematica. Scopriamo, quindi, che tutti gli oggetti sono composti da dati e formule. Inoltre, possono essere modificati d’aspetto influendo direttamente sull’essenza numerica. Da qui nasce il progetto “Il mondo che verrà”.
Inizialmente, esso appare come un’opportunità per aiutare le zone del mondo maggiormente in difficoltà. Tuttavia, si scoprirà non solo che necessita di un grande impegno lavorativo, ma anche che, in mani sbagliate, può essere pericoloso.
Il messaggio principale della storia è chiaro: chi siamo noi per decidere di avere il controllo totale del nostro pianeta? Come dice il re d’Inusitania: “Noi siamo solo ospiti tra i tanti, non i padroni“. Questa osservazione può essere traslata anche sulla questione dell’essenza del pianeta: chi siamo noi per modificarla arbitrariamente? Non si correrebbe il rischio di far perdere identità alla terra per la volontà di pochi (o del singolo)?
La spia poeta
La scelta di riesumare la spia poeta come antagonista principale della storia è stato un tocco di classe dell’autore. In primis, Casty utilizza un personaggio gottfredsoniano per dargli nuova dignità (a differenza de Topolino e il ritorno della spia poeta). Secondariamente, chi meglio di un criminale megalomane come lui per una storia di questo tipo? Bisogna ricordare che, al suo esordio, aveva l’obiettivo principale di dominare il mondo attraverso invenzioni astruse ma pericolose. Di conseguenza, egli rappresenta quelle “mani sbagliate” tanto temute dai creatori del mondo che verrà.
L’unica critica che potrei muovere a riguardo è il fatto che l’autore faccia di tutto per lasciare il dubbio sull’identità dell’antagonista, ma che questo funzioni solo per chi non conosce il personaggio. Infatti, chi ha gia letto Eta Beta e la spia non ci metterà molto a identificarlo tramite la sua silhouette.
Altre tematiche sociali
Infine, possiamo notare elementi di critica politica e sociale che saranno estremamente ricorrenti nelle storie di Casty. Dai generali del N.I.S.B.A. che prediligono mandare i protagonisti ad affrontare la minaccia piuttosto che farsi avanti, si passa alla disinformazione e all’oppressione del dissenso. Queste ultime due caratteristiche sono rappresentate dal nipote del re d’Inusitania, il cui scopo è quello di portare avanti il progetto “Il mondo che verrà” all’insaputa di tutti.
In conclusione
Topolino e il mondo che verrà è un’opera importante per il suo autore e per il fumetto Disney italiano. Essa ha contribuito alla creazione di uno degli stilemi più interessanti di Casty e ha contribuito ad aprire le porte ad altri grandi capolavori come Topolino e la marea dei secoli e Topolino e l’impero sottozero . Ma è anche una bella storia a se stante, capace di unire azione, mistero e humor in una vicenda su vasta scala: andrebbe letta a prescindere.
Immagini © Disney- Panini Comics
Guido Romeo