Appassionati lettori, sapete meglio di noi che Topolino non perde occasione per celebrare le umane vicende e i progressi della civiltà. Ne è prova lampante la copertina di questa settimana, con il nostro sorcio preferito che compie un piccolo passo per l’umanità sul suolo lunare. Il cinquantesimo dello sbarco sulla Luna ha occupato le sue giuste pagine del nostro settimanale di fiducia, senza venir meno alle aspettative. Ma cinquant’anni fa, al momento della storica impresa, come veniva celebrato l’evento?
Risposta: non come vi aspettereste.
E soprattutto, non come ci saremmo aspettati noi. Abbiamo scartabellato tra le uscite della settimana corrispondente, di quella precedente e di tutto il mese successivo senza trovare traccia di articoli, rubriche o approfondimenti. Niente di niente.
Solo dopo un po’ l’illuminazione. E se ci fosse una storia?
C’era.
Nello specifico trattasi di Topolino e l’imperatore della Luna, che compare, in due parti, sui topi 711 e 712, (qui e qui i riferimenti i.n.d.u.c.k.s.) usciti rispettivamente il 13 e il 20 luglio, proprio nei giorni in cui Selene veniva conquistata.
The other side of the Mouse
A dirla tutta, la lunga vicenda ad opera del prolifico duo Martina-Gatto ha poco di speciale. C’è un Topolino in scarsissima forma, fin troppo appiattito al ruolo di eroe assoluto e pseudoonnisciente che la nostra scuola italiana gli ha troppo spesso cucito addosso snaturandolo; c’è la Luna ovviamente, anche se il pretesto che dopo un numero spropositato di pagine ci porta finalmente sul satellite appare fin troppo forzato; c’è un villain credibile come una sagoma di compensato, dalle motivazioni deboli e dall’armamentario sgangherato.
Unica nota positiva forse è Pippo, che il Professore scrive in bilico tra la consueta logica bislacca e una buona dose di nervosa insofferenza (che nelle gag funziona). Per il resto si nota fin troppo chiaramente come la storia sia forzatamente commissionata per l’evenienza: ci sono dati scientifici sulla Luna infilati a bella posta come neanche le pubblicità invasive in The Truman Show, missioni al limite del ridicolo sotto quasi tutti i punti di vista, sottotrame malamente approfondite e, come detto, un antagonista one-shot che non funziona proprio.
Intendiamoci, non che le storie su commissione siano il male. Ce ne sono molte fatte bene e che raggiungono egregiamente lo scopo celebrativo prefissato. Ma si sa, queste storie sono come il gelato al pistacchio: se è buono è clamoroso, se è fatto male è capace di far naufragare amicizie in uno schiocco di dita.
Ci ha colpito, più che altro, vedere un avvenimento di tale portata affidato solo a una storia. Poco a che vedere con le celebrazioni dei decenni successivi, che sul Topo non sono mai mancate, in forma di storia, certamente, ma soprattutto attraverso la presenza di rubriche, omaggi, ospiti di spessore, iniziative. Ad esempio in occasione del quarantesimo anniversario, come vi abbiamo raccontato ieri qui.
I tempi cambiano, il Topo resta. E per fortuna, evolve. Non sempre in peggio.
Stefano Buzzotta e Marta Leonardi
Immagini © Disney-Mondadori