Da Vendicatore a giustiziere mascherato
Nel precedente articolo, ci siamo lasciati un Paperinik che stava attraversando una fase di trasformazione. La transizione è lunga e difficile da afferrare, dato che non esiste una storia che illustri l’avvenuto cambiamento. Su una cosa possiamo essere certi; non agisce più come vendicatore e, pertanto, viene slegato dai suoi fini egoistici. Il nostro eroe decide di lasciare la vendetta alle spalle e dedicare anima e corpo alla difesa della città dai criminali e dalle ingiustizie. Insomma, è divenuto un giustiziere mascherato a tutti gli effetti. Certo, è una scelta che delude i fan di prima data di Paperinik o del periodo noir, abituati a ben altro genere di storie. Tuttavia, i fumetti fanno da scuola e ci hanno insegnato che i cambiamenti servono a sottolineare lo sviluppo del personaggio. E neanche Paperinik è esente da questa regola.
Inizia la carriera supereroistica
Una maschera, tanti volti
Nel corso degli anni 70′ e 80′, sempre un gran numero di sceneggiatori e disegnatori si interessano del personaggio in questione. E’ l’inizio di un lungo periodo che, fino ad oggi, caratterizza un supereroe dai tanti volti. A seconda dell’autore, infatti, il carattere del papero mascherato muta continuamente. In molti casi, egli ricalca la figura dell’eroe sempre vigile e apparentemente invicibile, dimostrando, più volte, di essere capace di imprese eroiche e slanci di saggezza.
Ma non mancano i momenti comici. Momenti, per esempio, in cui Paperinik è vittima di una serie di circostanze che capiterebbero solo a Paperino, mettendo il nostro eroe in situazioni esilaranti. Queste situazioni comiche, spesso, raggiungono anche il limite del grottesco; basta considerare il ciclo di Scassonio Strarompi. Nelle due storie che costituiscono la saga (“Paperinik e l’implacabile Scassonio Strarompi” e “Paperinik e Scassonio Strarompi 2 – Il Ritorno“), l’eroe viene sempre messo in ridicolo. Questo a causa dell’invadenza dei personaggi di Scassonio e sua moglie Bice che, nel tentativo di assaporare la vita da eroe o raggiungere i loro scopi, provocano numerosi momenti imbarazzanti.
In alcuni casi, il supereroe diviene anche una parodia di pellicole e tanti altri aspetti della cultura popolare. Ciò non significa che il giustiziere viene coperto di ridicolo; la parodia è anche un modo in cui si ripropongono scene o caricature secondo un determinato stile. E la figura di Paperinik viene spesso adoperata proprio per ricalcare scene di film o altro, senza il bisogno di sminuire la sua natura eroica. Come dai titoli, “Paperinik e l’arca dimenticata” e “Paperinik e il tempio maledetto” sono le parodie di due capitoli della saga di Indiana Jones; in queste due storie Paperinik veste i panni di un esploratore o di guardia del corpo. Continuando, “Paperinik e il festival di Sanromolo” è un esplicito omaggio al festival di Sanremo, pieno di riferimenti alle edizioni degli anni 80′. In questa storia, Paperinik si improvvisa anche investigatore, riuscendo a risolvere il mistero del Disco d’Oro rubato.
Un Batman disneyano
Nonostante la multiformità del personaggio, non si escludono alcuni principi assoluti che lo caratterizzano. Prima di tutto, Paperinik è un vigilante attento alle ingiustizie e sempre pronto a proteggere i deboli e i bisognosi. Similmente a Batman, agisce esclusivamente di notte (in alcune storie la mezzanotte è considerata “l’ora di Paperinik”), anche se non sono rari i suoi interventi nelle fasi diurne della giornata.
Pur essendo privo di superpoteri, il nostro eroe ha a disposizione un vasto arsenale di armi. Sebbene alcune delle attrezzature vengono dalla villa di Fantomius, il nostro eroe viene fornito principalmente da Archimede, suo unico alleato nella sua crociata contro il crimine. Celebri rimangono gli stivaletti a molla, con le quali è in grado di spostarsi a gran velocità e le Car Can (caramelle cancella memoria). A completare il repertorio c’è anche la 313X, un veicolo dotato di numerosi gadgets, sempre forniti da Archimede. Inoltre Paperinik ha dato anche prova di possedere eccellenti abilità intellettive e fisiche, con le quali riesce a risolvere determinate situazioni anche senza l’ausilio dell’equipaggiamento.
Come ogni supereroe che si rispetti, Paperinik dispone anche di un rifugio segreto, dalla quale da inizio alle sue ronde notturne. Esso è situato nei piani sotterranei di casa Paperino e solitamente accessibile tramite un ascensore nascosto in un armadio. A seconda della storia, il nostro eroe è riuscito a dotarsi di altri covi nascosti, come quelli di Fantomius (Villa Rosa per fare un nome) o il Castello delle tre Torri.
Nel corso della sua carriera, Paperinik si trova ad affrontare un numero sempre più crescente di avversari. Tra i nemici più comuni, vi sono i Bassotti, Rockerduck e la fatucchiera Amelia, anche se occasionalmente si aggiungono anche Paperone e Gastone. Ma nell’occorrenza, vengono introdotti anche i supercriminali, che danno non poco filo da torcere a Paperinik. Per citarne alcuni, abbiamo nemici come Inquinator, Spectrus, il dr. Brain, Zefire, Perfidus; insomma, veri e propri supercriminali.
Il nemico di sè stesso
Crisi d’identità
Una tematica che contraddistingue il periodo del giustiziere è quello della crisi di identità. Come ogni degno supereroe, Paperinik ha un’identità segreta da proteggere. Essa è un requisito fondamentale per separare la sua vita privata da quella supereroistica. Delle volte, però, avere una doppia vita può diventare un peso, scatenando un conflitto interiore che mette l’eroe in difficoltà, indeciso su quale delle due vite deve avere la meglio.
In alcune storie, infatti, Paperino è costretto a pagare il prezzo della popolarità del suo alter-ego mascherato, venendo spesso confrontato a lui per motivi denigratori (essendone il suo migliore amico dichiarato). Questo diviene il motivo di spunto per una serie di riflessioni che spesso spinge Paperino a considerare l’idea di gettare la maschera. Vi sono, a tal proposito, due storie che hanno posto Paperino in questa condizione.
“Paperino contro Paperinik“
“Paperinik contro Paperino” di Giulio Chierchini è la prima storia che introduce il tema della crisi d’identità, realizzata dieci anni dopo la nascita di Paperinik. L’antagonismo della doppia vita costituisce il nodo centrale della storia, tanto è vero che già nelle prime tavole Paperino manifesta odio verso Paperinik. Il peso della doppia vita è tale da spingerlo a rinunciare alla sua carriera di giustiziere in diretta nazionale, gettando la città nello sconforto.
Ma Paperino ha fatto i conti senza l’oste; egli si rende conto che l’eroe è ancora amato e di aver perso il prestigio che godeva quando era il suo migliore amico. L’ingresso in scena di un sosia di Paperinik (Archimede), inoltre, è la doccia fredda che spinge Paperino a riconsiderare l’idea di aver gettato la maschera. Ne viene fuori un confronto tra Paperinik e Archimede che spingerà il nostro protagonista a ricredersi e a proseguire la sua missione.
La storia colpisce proprio per il violento astio che Paperino nutre nei confronti di Paperinik. Quest’ultimo, anzi, appare solo nelle ultime tavole e viene solo nominato nel corso della storia, per rendere evidente l’antagonismo tra le due identità. Chierchini decide di focalizzarsi su Paperino, che riveste un ruolo di anti-eroe per antonomasia, non esitando a provocare il suo alter-ego mascherato quando gli capita l’occasione. Il suo antagonista/supporto è Archimede, a cui gli è stato dato più spazio rispetto alle precedenti storie. Qua, infatti, Archimede è la voce della ragione che spinge Paperino a rivedere la sua scelta, facendogli capire che la città ha sempre bisogno di lui. D’altra parte, non si può ecludere che l’inventore, indossando i panni del supereroe, abbia compreso anche le ragioni della scelta. Condurre una doppia vita non è facile e il mancato riconoscimento da parte degli altri può solo contribuire a demoralizzare la persona.
“Paperinik… mai più Paperino“
Il tema della crisi d’identità viene affrontato, in maniera più profonda e pura, anche in “Paperinik… mai più paperino” di Pietro Zemelo (sceneggiatura) e Renata Castellani (disegni). Stavolta, però, si assiste ad un rovesciamento delle parti; è Paperinik che decide di abbandonare i panni di Paperino. La motivazione si cela, ancora una volta, nell’impossibilità di trovare un equilibrio tra le due vite, decidendo, infine, di sacrificare la controparte civile, considerata inutile.
La scelta si rivela, inizialmente felice; finalmente amici e parenti non provano più vergogna di essere vicini allo sfortunato papero. Senza contare che la notizia di Paperinik divenuto un supereroe full time lo ha reso ancora più popolare. In questa situazione, Paperinik non esita a denigrare e deridere la sua vecchia vita, sollevando i privilegi derivanti dalla sua compagnia.
Tuttavia, questo giubilo è una bolla pronta ad esplodere. I parenti iniziano a sentire la mancanza di Paperino, ricordando tutti i momenti felici trascorsi e i sacrifici da lui fatti, provocando una nuova crisi in Paperinik. Il giustiziere, infatti, apprende che potrà anche avere la stima e il rispetto dovuti, ma non l’affetto e l’amore dei suoi cari. Essi appartengono a Paperino, che nella sua semplicità e nel suo altruismo viene visto come un eroe.
Paperinik supercattivo?
I fumetti supereroistici ci hanno insegnato che la linea di confine tra supereroi e supercattivi può essere sottile. Così come sono important quei momenti che determinano il cammino ntrapreso dall’eroe, altrettanto lo sono quelli che lo spingono a diventare un villain a tutti gli effetti. Spesso può bastare un incidente, un trauma, la perdita di una persona cara o lo scontro di una forza tale da piegare la volontà dell’eroe a spingere quest’ultimo a diventare un cattivo a tutti gli effetti.
Alla luce dei fatti, ci viene spontaneo chiederci; è mai capitato che Paperinik decidesse di cambiare bandiera? La risposta è sì e a darcela è Cavazzano con “Paperinik e l’amnesia furfantesca“, una storia a tratti oscura, ma anche affascinante. Un incidente durante un collaudo dei nuovi stivaletti provoca un’amnesia a Paperinik; i Bassotti, assistendo alla scena, ne approfittano per fargli credere di essere a capo di una banda di criminali. Autonominatosi “Re del Terrore“, Paperinik inizia a segnare, uno dopo l’altro, numerosi colpi, tenendo in pugno la città. L’ ora di Paperinik, che in precedenza era sinonimo di giustizia e legalità, adesso è simbolo di paura e terrore. Quel che è peggio, i Bassotti sanno dell’identità segreta di Paperino e perciò rapiscono i suoi nipotini, in modo da metterlo in condizione di ricattarlo, nel caso riacquistasse la memoria.
Questa è sicuramente una delle storie più particolari di Paperinik, oltre che densa di suspense. Questa avventura cerca di portare a nuovi livelli il personaggio di Paperinik, mostrando cosa è capace di fare quando agisce come un criminale. Cavazzano inserisce Paperinik in una difficile situazione che fa temere il lettore per la sua condizione. L’eroe mascherato, infatti, si ritrova con il triplice problema di riacquistare la memoria, salvare i suoi cari e di riabilitare il suo nome. Una situazione molto delicata. I Bassotti, inoltre, si dimostrano essere più subdoli del solito, non esitando a minacciare di vita i nipoti di Paperino.
Un eroe per tutte le stagioni
In sintesi, anche Paperinik è stato soggetto a profondi mutamenti nel corso degli anni, che ne hanno modificato il carattere. Gli anni 70′ e 80′ lo hanno visto calarsi nei panni dell’eroe mascherato senza macchia, intento a difendere i deboli e i bisognosi. Ma lo vediamo anche vestire i panni di archeologo, investigatore, guardia del corpo e altro ancora. In “Paperinik divo del cinema” lo vediamo addirittura tentare la carriera di attore… interpretando Paperinik!
E’ una metamorfosi che sicuramente lo allontana dal fascino del thriller che lo ha caratterizzato nei suoi esordi. Ciò non toglie che rimanga uno dei personaggi made in Italy più riusciti di sempre. Pur essendosi ammorbidito col passare degli anni, egli rimane un personaggio affascinante, protagonista di imprese eroiche. Sarà, però, negli anni 90′ che Paperinik vivrà una nuova fase della sua storia. Una fase che lo coprirà di nuove glorie e lo consacrerà come una delle icone del fumetto italiano più riuscite di sempre.
Antonio Ferraiuolo
Immagini © Disney – Panini Comics
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