La pigra riflessione di una Ventenne in occasione del 4 maggio (Star Wars Day)
Ci sono ricordi che rimangono particolarmente impressi nella memoria di un bambino. Per me, uno di questi è la lettura del mio primo Topolino. Avrò avuto quattro o cinque anni e ovviamente piuttosto che leggere, guardavo i disegni. Però per me è stata la nascita di un amore, che non è mai finito. Potrei farci il bigliettino di un cioccolatino per Ventenni: “L’amore per un uomo a volte passa, per il Topo mai!”
Crescendo, sviluppai una particolare passione per le storie di Paperone alla ricerca dei suoi folli tesori, quelle scritte dal grande Cimino. Ma la vera, grande folgorazione, quella che trasformò il tutto in Amore con la A maiuscola, fu la Saga. Fu proprio un’epifania, un bellissimo romanzo di formazione che mi ha fatto ridere e piangere, pensare e sognare, come d’altra parte tutti voi.
L’altro grande amore della mia vita nacque in un pomeriggio di dicembre del 1977, in un cinema di Pordenone che ora non esiste più. Andai a vedere Guerre Stellari con mia madre (ero piccolina) e la costrinsi a sorbirsi il film due volte consecutive, non me ne era bastata una. Altra epifania e altra nascita di passione folle. Per anni nei miei sogni ero una Jedi, padrona della Forza e con una spada laser in mano. Poi ovviamente divenni grande e… la spada laser finii per impugnarla davvero, visto che attualmente pratico lighsaber combact in un’accademia che appunto insegna a brandeggiare l’arma più elegante dell’universo.
Tutta questa lunghissima introduzione per arrivare a un punto. Riflettevo, l’altro giorno, su come le storie più amate nella mia infanzia abbiano parecchi punti in comune. Mi spiego meglio raccontandovi una fiaba.
C’era una volta un bambino che partì lasciando la sua casa, in cerca di un futuro migliore, andando molto, molto lontano.
Non fu facile, ci furono molte sfide da combattere, ma il bambino, diventato ormai ragazzo, lavorava alacremente per il suo futuro e sentiva di essere ‘prescelto’ per fare qualcosa di davvero grande.
Un giorno, purtroppo, seppe di aver perso la mamma, quella mamma che lui aveva lasciato molti anni prima e che amava moltissimo. Un colpo davvero terribile, ma si sa, la vita deve andare avanti.
Il nostro eroe conosce l’amore, quello vero che capita solo una volta nella vita, ma lo perde.
La sua vita comunque cambia, lui perde la sua anima, passa un lunghissimo periodo schiavo dell’oscurità del suo cuore.
Poi, un giorno, grazie al richiamo del sangue del suo sangue, ritrovato dopo moltissimi anni, si ravvede e la luce torna a rischiarare la sua vita.
Ecco. Che storia ho raccontato? Sicuramente la prima che viene in mente a questo gruppo di Ventenni, è quella del Paperone della Saga. Eppure, c’è un altro personaggio, altrettanto iconico, la cui vita ha seguito questo canovaccio. Parlo, l’avrete capito, di Anakin Skywalker/Darth Vader.
Un’icona, anzi due
In realtà probabilmente sono innumerevoli le storie che seguono questo falsariga: le vicende di un orfanello che si fa strada nella vita, combatte, cade, si rialza, è forse la più classica delle trame, la base di moltissimi romanzi di formazione. Oliver Twist, per citare un capolavoro noto a tutti.
E’ anche evidente come il primo Star Wars, del 1977, racchiude tutti gli elementi classici della fiaba: c’è l’eroe (orfano ovviamente), la principessa, i cattivi-che-sono-proprio-cattivi e i buoni-che-sono-proprio-buoni, il supercattivo: una storia decisamente senza tempo.
Vien da pensare che Don Rosa sia un fan di Star Wars o abbia quantomeno trovato anche lui un parallelo tra il nostro miliardario preferito e il villain più iconico del cinema, visto che si è divertito a realizzare alcuni gustosi disegni: se in uno Paperone viene accostato a Darth Vader, l’altro ovvio accostamento è quello di Paperino con Luke Skywalker. Eccolo infatti alle prese con lightsaber e proverbiale sfortuna.
D’altra parte, molteplici e maggiori delle somiglianze sono le differenza tra i nostri due personaggi: Paperone si è fatto da solo, senza l’aiuto di un mentore, nessun Obi-Wan per lui.
Il nostro papero d’acciaio non si fa influenzare da nulla, nemmeno dall’amore, per raggiungere il proprio scopo. E lo raggiunge comportandosi (quasi) sempre onestamente e correttamente.
Anakin invece pare più debole, cede alle proprie debolezze, si lascia plagiare. Solo nella sua resurrezione come Darth Vader trova una nuova forza nella sua solitudine e devozione verso l’Imperatore.
E’ la redenzione che ancora li accomuna: un Vader che torna al lato chiaro grazie all’amore per il figlio e un Paperone che, di fronte al grafico che lo mostra come il più ricco del mondo, scoppia a piangere rendendosi conto di quanto ciò gli sia costato.
Le mie sono sono divagazioni, ovviamente, condivisibili o meno. Voi cosa ne dite, amici Ventenni? Vader o Paperone?
Sabrina Ghini