La tecnologia vista con gli occhi di paperi & topi

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Il settimanale di Topolino, da sempre, rimane attento di fronte alle novità sociali e tecnologiche che interessano il nostro Paese.  A partire dagli anni 70′, si sviluppano storie dove il rapporto uomo/tecnologia è il tema principale affrontato. Per fare degli esempi, abbiamo storie in cui Archimede realizza prodigiose invenzioni da cui Paperone vuole trarne profitto e Paperino ne fa da cavia. Con il risultato, poi, di provocare dei disastri che portano al classico inseguimento punitivo (solitamente da parte di Paperone). Ma vi sono anche storie che trattano della rivoluzione informatica, anticipando temi che, pur essendo comuni al giorno d’oggi, erano considerate rivoluzionarie. Qui i personaggi interagiscono con computer, reti di chat e video comunicativi, con il risultato di realizzare avventure con le quali si cerca di illustrare i pro e i contro dell’elettronica.

Quando tutto ebbe inizio: “Zio paperone e la rivoluzione elettronica

Progresso e benessere informatici
Il cervellone elettronico
Paperone illustra al nipotame il cervellone elettronico

Con “Zio Paperone e la rivoluzione elettronica“, Pezzin e De Vita si propongono di illustrare, in due parti, gli alti e i bassi della rivoluzione elettronica, in un contesto dove Internet non esisteva ancora. Paperone, per risolvere i problemi archivistici che assillano il suo impero finanziario, decide di modernizzarsi, istituendo un archivio elettronico gestito da un calcolatore, collegato su tutti i personal computer dei dipendenti. La scelta si rivela inizialmente felice: nel giro di poco tempo Paperone riesce ad avere il pieno controllo del sistema di informazioni e trarre quanti più benefici economici. Infatti, vengono lanciati corsi di formazioni (a pagamento) per i futuri informatici. Si realizzano anche robot comandati a distanza dai computer per accelerare la produzione dei settori meccanici ed elettrodomestici.

Nelle pagine che seguono, i mezzi introdotti dalla rivoluzione elettronica iniziano a penetrare anche nei contesti quotidiani.

Su consiglio di un suo dipendente, Paperone decide di installare i computer nelle case dei suoi dipendenti, in modo da far risparmiare tempo. In poco tempo, il computer diviene anche uno strumento per trascorrere la quotidianità casalinga; chat, videomessaggi e altro ancora sono entrati a far parte delle vite dei paperopolesi. Paperopoli sembra, in pratica, una città aperta al futuro.

Iniziano i problemi

I bassi della rivoluzione elettronica

Ma il progresso elettronico porta anche a delle conseguenze. L’uso abusivo del computer porta i paperopolesi a dipendere totalmente da esso. I cittadini, infatti, hanno difficoltà nel compiere la più normale delle azioni o a risolvere problemi di una faciloneria elevata. Senza contare, poi, che non escono nemmeno fuori casa, generando una crisi nei trasporti, già resa precaria a causa dei cavi che limitano la circolazione dei mezzi pubblici. Il colpo di grazia verrà, però, inferto dai Bassotti, che, hackerando il sistema per mettere Paperone in condizione di riccattarlo, rappresentano la parte violenta del sistema elettronico. Ironicamente, sarà lo stesso computer di Paperone a risolvere il problema, provocando un cortocicuito che distrugge gli impianti elettronici. L’esplosione è servita a svegliare i paperopolesi dal loro sonno elettronico, che decidono di ritornare ai vecchi sistemi. Il finale non lascia dubbi sulla lezione che Pezzin intende dare. Non è da condannare il progresso elettronico, ma bensì l’uomo stesso. Se egli, infatti, non è in grado di usare la tecnologia con saggezza, essa può non solo impazzire, ma anche portare l’individuo a perdere il senso della realtà.

La morale della storia

Verso il nuovo millennio

Zio Paperone e la new economy, sempre di Pezzin e coi disegni di Freccero, lo si può considerare il seguito “spirituale” del capitolo trattato sopra. La storia è uscita nel 2002, nel momento in cui anche l’Italia inizia ad abbracciare le ultime novità introdotte da Internet. Cellulari di ultima generazione, chat e newsletters, abbonamenti gratuiti e le aziende on-line sono le nuove protagoniste della storia in questione. Infatti, Paperone e Rockerduck decidono di lanciarsi nella New Economy, aprendo nuovi portali on-line e offrendo numerosi abbonamenti gratuiti su Internet. Le aziende hi-tech messe su offrono opportunità di guadagno a giovani che, pur essendo privi di esperienze o specializzazioni, decidono di mettere a frutto le loro passioni. Ben presto, i cittadini si lasciano prendere la mano dalle novità della New Economy, provocando una crisi alle industrie tradizionali. Sarà Paperone a risolvere la situazione, mettendo su uno show su se stesso, con la quale cerca di far ricordare ai paperopolesi che, a volte, è importante spegnere i propri cellulari e computer per godersi le piccole gioie che la vita può offrire.

“Paperino, Paperina e l’escalation virtuale”

Questa storia, scritta e disegnata da Blasco Pisapia, riassume la situazione attuale di Internet.   L’ennesimo litigio tra Paperino e Paperina è il preludio di una “guerra di like e consensi“, che funge da sfondo principale della storia. Inizialmente, i due ex-fidanzati decidono di pubblicare sui loro profili foto e post di eventi mondani e quotidiani con l’intenzione di provocarsi a vicenda.

Il meccanismo, poi, li porterà a perdere ogni senso della ragione e della realtà; i due antagonisti, pur di prevalere, non esitano a falsificare foto oppure arrivare a fare pazzie di altro genere pur di suscitare l’invidia del prossimo. Alla fine, ci penseranno i nipotini di Paperino, con l’aiuto di Paperetta, a spezzare il meccanismo.

Il lieto fine.

Pisapia ci regala una storia che ironizza sull’uso dei social network come mezzo per ottenere più consensi dalla platea virtuale e per provocare il prossimo. Anche stavolta, il dito è puntato contro chi si lascia trasportare dall’immaginario virtuale, arrivando a perdere il lume della ragione. Piattaforme sociali, come Facebook, costituiscono sicuramente una rivoluzione per la rete informatica. Grazie ad esse, siamo in grado non solo di informarci su quanto accade nel mondo, ma anche di costruire una nostra “cronologia dell’esistenza“. Ma presentano anche delle insidie e nel caso della storia di Pisapia, esse risiedono nel culto della credibilità, soggetta alla volontà dell’individuo che decide cosa deve essere visto e cosa deve essere nascosto. Il tutto anche per futili motivi, come l’ottenimento del consenso dalla platea virtuale.

Antonio Ferraiuolo

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