Paperone, in queste pagine, cambia, come di solito i personaggi dei fumetti popolari non fanno. E cambia perché Don Rosa racconta cosa è accaduto al multiplurifantastiliardario prima di diventare tale. È una sorta di “le origini di”, ma la particolarità sta nel fatto che Paperone non diventa personaggio nell’adolescenza (come l’Uomo Ragno), oppure nel pieno della maturità (come Tex e Diabolik). No: […] lui “nasce” a ottant’anni. E allora possiamo capire Don Rosa quando afferma: “Zio Paperone è più affascinante di Paperino, che sembra vivere soltanto nel presente”.
Così Luca Raffaelli, esperto di fumetti e cartoni animati, saggista, scrittore e sceneggiatore, nel 2004 presentava la Saga di Paperon de Paperoni di Don Rosa nella cornice della Serie Oro dei Classici del Fumetto di Repubblica.
E fu proprio quella edizione a far conoscere l’epopea dello Zione ad una nuova, larga fetta di pubblico. Complice fu la distribuzione del volume nelle edicole, in un momento in cui gli allegati dei quotidiani erano un impareggiabile strumento di diffusione della cultura fumettistica.
Abbiamo incontrato Luca alla presentazione della versione largamente aggiornata e ampliata del suo irrinunciabile saggio sull’animazione “Anime Disegnate – Il pensiero nei cartoon da Disney ai giapponesi e oltre” (ed. Tunuè) presso l’Istituto di Cultura Italiana di Bruxelles. L’occasione ideale per rivolgergli qualche domanda sul mondo Disney in generale e Don Rosa in particolare!
Qual è il tuo rapporto con il personaggio di Paperone nell’interpretazione che ne ha dato Don Rosa?
A me sembra straordinaria l’idea di far diventare reale la fantasia, di ricostruire tutti quegli aspetti che possono rendere più reale possibile il mondo fantastico. Mi fanno anche impazzire gli appassionati che nelle storie di Tex ad esempio dicono no, quella pistola non è assolutamente quella giusta: questo aspetto fa parte di un sogno da bambino, per cui le cose che immaginiamo siano reali il giorno dopo, quando ci si risveglia. E quindi secondo me quello che ha fatto Don Rosa è un meraviglioso lavoro da grande autore-bambino, quello di voler mettere tutte le cose a posto, di rifare il mondo di Paperone in maniera che sia credibile. Ha proprio qualcosa del bambino che con stracci e pezzi di carta, che adesso sembra del tutto anacronistico ma invece è vero, riesce a costruire un mondo e lo riesce a razionalizzare. Don Rosa secondo me è un meraviglioso pazzo completo.
E’ quasi un peccato che a fronte di questa ricerca di credibilità, in cui anche la scuola italiana ha un ruolo da protagonista, ancora oggi il fumetto disneyano si porti dietro una fama di inattendibilità quasi proverbiale… come quando si dice “ma dove l’hai letto, su Topolino?”
Un po’ le cose stanno cambiando anche da questo punto di vista, per fortuna!
Anche perché il fumetto in generale non è più un’arte di serie B ma è oggi protagonista di un’offerta senza precedenti per quantità e varietà. E infatti a Torino proprio adesso (e fino al 20 maggio) c’è la mostra “Gulp! Goal! Ciak” di cui sei curatore: è dedicata ai binomi Calcio e Fumetti, allo Juventus Stadium, e Cinema e Fumetti, alla Mole Antonelliana. C’è qualcosa in particolare che consigli di non perdere?
Beh, in entrambe c’è un sacco di roba! Per esempio ci sono le tavole originali di Little Nemo [celeberrimo protagonista delle tavole domenicali di Winsor McCay], ma soprattutto alla mostra “Cinema e Fumetti” ci sono almeno 150 sequenze di film accoppiate a 150 simili sequenze di fumetto, per cui si riesce a immaginare il tipo di studio, e anche di gioco, che è stato fatto sui due linguaggi per farne capire le differenze.
Parlando invece di animazione disneyana, oggi la trasmissione alle nuove generazioni del fascino di Topolino e Paperino viene affidata rispettivamente ai nuovi cortometraggi animati, rilasciati ormai gratis su Youtube, e alla nuova serie tv di Duck Tales. Anche qui dunque si nota una certa vivacità: secondo te sarà mai possibile veder filtrare in queste produzioni qualche creatura “italiana”, come Paperinik?
In realtà non sarebbe neanche così assurdo! Il problema è che probabilmente Paperinik in America non l’hanno nemmeno mai letto, nonostante vi sia stato pubblicato. E chissà se i responsabili che producono le serie tv leggono i fumetti tradotti…
Un consiglio di lettura finale: quale fumetto non disneyano potrebbe piacere a un lettore affezionato alla narrazione in stile Don Rosa?
Gasoline Alley. Ne stanno facendo adesso una mostra a Bologna [a Palazzo Fava, fino al 19 aprile] ed è uno dei fumetti piu particolari. È una sorta di graphic novel, però del periodo in cui i fumetti erano realizzati per i quotidiani. Un fumetto in cui i personaggi crescono: una saga in cui i protagonisti vivono e muoiono, fanno figli, figli che poi crescono a loro volta… Un fumetto che noi in Italia conosciamo pochissimo, ma che grazie a Linus, che ne ha pubblicato qualcosa, e grazie a questa mostra possiamo recuperare. Ed è un’opera a cui i lettori di Don Rosa possono appassionarsi. Il collezionista organizzatore di questa mostra è Giovanni Nahmias, che ha anche fornito molti originali in esposizione alla mostra su Cinema e Fumetti.
Mattia Mariani