ATTENZIONE: Questa mini-recensione non conterrà né spoiler né impressioni sulla trama del gioco, che verrà trattata in un futuro articolo.
Dopo 13 lunghi anni di attesa dal capitolo precedente, Kingdom Hearts 3 è finalmente una realtà concreta: il miraggio esiste, dopo ritardi, annunci, smentite, illusioni. L’abbiamo provato per più di 20 ore, in anteprima per il sito.
Sostanzialmente, cos’è che rende Kingdom Hearts ciò che è, distinguendolo dai tanti action RPG presenti sul mercato? Diciamo che essere un crossover tra la celeberrima saga di Final Fantasy e le iconiche proprietà intellettuali Disney qualche punto carisma in più lo assegna. Vediamo se il gioco sarà stato all’altezza di questa pesante eredità, dopo due capitoli principali e una marea di titoli paralleli di grande impatto emotivo.
Gameplay:
Il gameplay di Kingdom Hearts 3 fa bene i compiti e prende spunto da tutti i capitoli della saga, presentando un combat system appagante e divertente, pieno di meccaniche diverse tra loro che colorano il sistema di gioco facendoci sentire sulla pelle il percorso che Sora ha dovuto affrontare nei capitoli precedenti (tenendo conto anche delle avventure di Ventus).
Tra le nuove meccaniche introdotte in questo capitolo la più eclatante è sicuramente la customizzazione dei keyblade, che aiuta a personalizzare ogni arma. A differenza dei capitoli precedenti, ogni mega-chiave è considerabile una buona arma da conservare fino ad end-game, perché ogni trasformazione (unica per ogni keyblade) si adatta ad uno stile di gioco particolare; per esempio un giocatore può preferire la keyblade del mondo di Ercole per i suoi contrattacchi e decidere di usare prevalentemente quella.
La longevità dell’utilizzo delle keyblade è incrementata anche da un’altra meccanica nuova, ovvero l’upgrade tramite i Moguri, che ne aumenteranno le statistiche e ne sbloccheranno le abilità nascoste.
La novità che ha stupito di più chi scrive è quella relativa alle Gummiship: lo sviluppo del loro gameplay è stato affidato ad un altro studio di Square Enix già responsabile di giochi come Einhander e perfettamente a proprio agio per quanto riguarda gli sparatutto a scorrimento. Questo rende le traversate sulla Gummiship una parte divertente del gioco, più che una sezione fine a se stessa, filler e noiosetta piuttosto che piacevole.
Le Giostre rappresentano un’aggiunta divertente al gioco, rimanendo tuttavia un’intuizione poco sfruttata e approfondita.
I Legami, che prendono il posto delle Summon, non hanno subito grandi modifiche: si tratta sempre di strumenti che bisogna sfruttare al momento giusto e con cognizione di causa. Il giocatore casualone non tenderà a usarle molto, ma tutto sommato non è una cosa per forza negativa.
Elemento insoddisfacente è invece il livello di sfida, palesemente abbassato e livellato verso il basso, con meno frustrazione da parte del giocatore ma anche molta meno soddisfazione nel superare sfide e battaglie. Giocando in modalità Esperto, può capitare che il primo game over si presenti al sesto dei mondi Disney, cosa assolutamente impensabile nei precedenti capitoli.
Il combattimento sott’acqua è stato invece limato e molto migliorato: siamo anni luce davanti a quell’orrore che era la meccanica di gioco di Atlantica in KH1. Sora si controlla benissimo ed esplorare i bellissimi fondali marini risulta molto appagante.
Grafica:
La parte grafica del gioco è veramente sorprendente. La Square Enix è riuscita a far coesistere molti stili grafici diversi senza dare troppo fastidio e mostrando i muscoli dell’Unreal Engine 4. Il framerate del gioco è molto alto, senza lag troppo frequenti. È comunque presente un’opzione per lockare il framerate a 30fps, ma non ci sentiamo di consigliarla perché accusa seri problemi di frametime. Perlomeno, per ciò che abbiamo visto su PS4 fat.
Mondi Disney:
I mondi Disney sono diversissimi l’uno dall’altro e ogni volta che si cambia livello sembra quasi di cambiare anche gioco. Praticamente ogni mondo ha un level design particolare (Toy Box ricorda un Metroidvania, Arendelle è una scalata, I Caraibi è Assassin’s Creed 4 con Paperino e Pippo).
Nei vari mondi, le trame dei film di riferimento possono essere trattate sostanzialmente in tre modi:
- La trama del mondo ripercorre la trama del film, ma con Sora e compagnia che danno una mano ai protagonisti.
- La trama si pone come seguito del film.
- Sora, Pippo e Paperino vivono un’avventura che si svolge parallelamente agli eventi del film, interagendovi a malapena.
I mondi sono enormi rispetto al passato (con una nota di merito per I Caraibi, gigantesco e divertentissimo da esplorare).
Conclusioni:
Kingdom Hearts 3 si è rivelato un ottimo titolo, degno della sua eredità, ma che forse non ripaga pienamente 13 anni di attesa. Se volete un gioco divertente con i personaggi Disney, siete appassionati dei vari lungometraggi Disney e Pixar o semplicemente siete dei fan di Kingdom Hearts, il gioco è assolutamente consigliato. Se volete iniziare a giocare la saga è comunque fattibile cominciare da qui, ma prendete in considerazione di aggiornarvi sugli eventi passati per non rimanere spaesati.
PRO | CONTRO |
Mondi variegati e ben caratterizzati | Il livello di sfida troppo basso |
Gameplay migliorato sott’acqua | Alcune intuizioni poco sviluppate |
Degno capitolo della saga |
Voto Ventenni Paperoni: ???????????????? (4 sacchi di denaro su 5)
Immagini © Square Enix e Disney