Il Manuale delle Giovani Marmotte
Durante l’infanzia, ricordo di aver avuto tra le mani le pagine di molti Topolino degli anni ’60 e ’70, eredità di una generosa soffitta. E ricordo anche che, tra le pubblicità di ninnoli e giocattoli vari, una in particolare attraeva la mia attenzione. Sto parlando del famoso Manuale delle Giovani Marmotte. Per poche lire, la promessa era quella di inviare a casa l’intera collezione di quei libri colmi di sapienza. Dal campeggio alla città, dal mare alla montagna, ogni ambito era analizzato e vissuto da quegli esploratori.
Chiunque ha desiderato entrare nelle Giovani Marmotte, indossare il cappello di pelo e partire alla volta di grandi avventure al seguito di Qui, Quo, Qua ed il Gran Mogol. Figuriamoci possedere il loro Manuale, che i tre nipotini sfoggiavano citando regole e consigli ad ogni occasione. Quei libercoli erano diventati la mia ossessione: dovevo averli, tutti allineati sul comodino, pronti per essere consultati. Volevo poter essere saccente e ben informato. Proprio come mi era capitato di vedere con i piccoli piumati.
Pregai con lettere minatorie Babbo Natale che permettesse ai miei genitori di tornare indietro nel tempo per acquistarli. Fino a quando un giorno ricevetti tra le mani la ristampa moderna, ovvero un surrogato, di quei libri mitologici.
La lezione delle Marmotte
Nonostante non saziasse del tutto la mia fame, lo imparai a memoria. Nel Manuale sono presenti vari argomenti e spiegazioni, toccando ciò che ad una Giovane Marmotta si addice sapere. Il libro si apre con un piccolo excursus riguardo cosa approntare in caso di escursione, oggetti che, per altro, abbiamo spesso visti nelle mani degli allegri paperotti: bussola, corda, kit di primo soccorso. Tutti oggetti che io, da bravo apprendista, inserii in uno zaino, pronto per l’occasione. Qualche pagina ancora, e si insegna come mangiare sano, come prendersi cura della propria forma fisica, e soluzioni rapide e geniali –testuali parole- per affrontare piccoli problemi quotidiani.
Quelle nozioni hanno saputo formare Qui, Quo, Qua tanto quanto me. Con occhio più adulto, mi rendo conto che sia considerabile un’opera di formazione, in quanto fa apprendere responsabilità e rispetto verso la natura e verso il prossimo. Pone inoltre il lettore, indicato come giovane pargolo, di fronte a nuove possibilità e realtà, facendo scoprire il mondo in maniera divertente e giocosa. Tra un trucchetto e l’altro vige il senso della comunità e dell’aiuto reciproco, e sono gli stessi personaggi dei fumetti ad essere i maestri, il che rende il tutto più facile ed immediato.
In conclusione
Per tornare al mio lato di collezionista, devo confessarlo. Giunto all’età della ragione e della scoperta dell’internet, andai a digitare in vari siti e posai il piede in vari negozi, alla ricerca del sogno proibito della mia infanzia. E tra la polvere di vari mercatini e bancarelle, ad oggi posso dire di possedere 3 dei manuali originari. Sono il pezzo forte della mia collezione, vecchi e consunti -mi immagino- per via delle centinaia di mani appiccicose di melassa di bambini curiosi di apprendere.
Anto
Immagini © Panini Disney