La rivalsa di Paperino
Rispetto all’intero cast disneyano, Paperino è un personaggio “umano“. Diversamente dai comprimari Topolino e Pippo, Paperino conduce una vita normale, apparentemente priva di valori, domestica e in qualche modo prevedibile, intervallata da mirabolanti avventure. Ma la sua è anche una vita segnata dalla sfortuna, la quale, imperterrita ed imprevedibile, rovina la sua routine abitudinaria o, peggio, funge da ostacolo alle sue iniziative. Insomma, Paperino è l’incarnazione dell’uomo medio, portato ai livelli negativi, poichè è frustrato dalla vita e passivo di fronte ai problemi della vita. Persino la famiglia, che in genere ricopre il ruolo di rifugio dai mali della società, sembra in qualche modo contribuire alla rovina di Paperino. Non è raro, infatti, vedere storie in cui Paperino viene vessato dalla fortuna di Gastone o tiraneggiato da zio Paperone, che lo costringe a lavori pesanti e poco retribuiti. Anche i nipotini e Paperina, da cui Paperino dovrebbe aspettarsi tutta la loro comprensione, non esitano spesso a rinfacciargli la sua inettitudine e il suo scarso spirito di iniziativa. Ma anche i più sfortunati possono conoscere un momento di rivalsa e Paperino dovrà attendere il 1969, con l’introduzione del suo alter-ego Paperinik.
Il periodo noir
Il Diabolico Vendicatore
“Paperinik il diabolico vendicatore mascherato“, ideato da Elisa Penna, sceneggiato da Guido Martina e disegnato da Giovan Battista Carpi, segna l’esordio di Paperinik. Concepita originariamente come storia autoconclusiva, il successo del personaggio spinse gli autori a portare avanti il progetto, inaugurando quello che molti definiscono il “periodo noir“. In questa storia, infatti, Paperino, a causa di una svista postale, diventa proprietario di una villa fuori città (che in realtà è destinata a Gastone). Da lì rinviene un diario appartenuto a Fantomius, noto ladro gentiluomo, venendo a scoperta di tutti i suoi marchingegni e i suoi segreti. Ritornato a casa, trova ad attenderlo suo zio Paperone che gli propone un lavoro che Paperino non esita a rifiutare categoricamente. Segue, dunque, un furioso litigio nella quale Paperone non esita a rinfacciargli la sua inettitudine. Ferito dalle sue parole, decide di indossare i panni di Fantomius per trasformarsi in Paperinik, dando inizio alla sua doppia vita e ai suoi propositi di vendetta.
Un eroe senza morale
I lettori, nel leggere la storia, potrebbero stupirsi nel vedere un Paperinik ben lontano dall’immagine del giustiziere mascherato a cui oggi siamo legati. Il suo unico scopo, in origine, è quello di vendicare i torti subiti nei panni di Paperino e suoi antagonisti sono per lo più Gastone e Paperone; persone, dunque, molto vicine a Paperino. E, pur di raggiungere il suo scopo, agisce anche infrangendo i limiti imposti dalla legalità. Ciò non deve stupirci; all’epoca era Martina il principale sceneggiatore e la Disney non applicava in maniera eccessiva i principi del politically correct.
Ed è proprio grazie al genio martiniano che ci ritroviamo con una storia unica del suo genere e fuori dai canoni disneyani. Martina, infatti, ha avuto il merito di aver creato un’avventura ricca di scene d’azione e suspense e allo stesso tempo esilaranti e divertenti. Certo, da un punto di vista morale possono sorgere dubbi circa la condotta di Paperinik, ma questo è un dettaglio del tutto passabile. Prendendo in esame la storia in questione, il furto del materasso di Paperone non è il frutto di un’azione criminale, ma una “beffa” con la quale Paperino cerca di dimostrare qualcosa a sé stesso e agli altri. Anche se nel finale, poi, è Gastone ad essere punito ingiustamente per un furto che non ha mai commesso, il lettore non può che trarne soddisfazione. Infatti, Paperino è riuscito a battere la fortuna dell’odiato cugino con la sua astuzia e a vendicarsi di tutte le volte in cui è stato beffato dalla sua fortuna.
La leggenda continua
I primi segnali di cambiamento
“Paperinik alla riscossa” è la seconda avventura di Paperinik, sceneggiata sempre da Martina e disegnata, stavolta, da Romano Scarpa. Non scenderò troppo nei dettagli della storia, visto che presenta lo stesso schema narrativo della precedente avventura. Mi limiterò a dire che qua Paperino decide di vendicarsi ancora una volta di Gastone per averlo umiliato di fronte a Paperina (dopo che ha avuto un litigio con lei). Deciderà, quindi, di impersonarlo in una festa di beneficenza, in modo da rubare a Paperone l’incasso e far cadere sul cugino l’accusa di furto.
La storia è la consacrazione ufficiale del vigilante mascherato, che diventa un personaggio fisso del cast disneyano. Infatti, il nostro eroe inizia a conoscere i suoi primi significativi cambiamenti. Grazie ad Archimede, Paperino è dotato del suo rifugio segreto, dove può mantenere segreta la sua doppia vita. L’inventore ha anche provveduto a fornirgli dei nuovi gadgets (come le famose Car-can, per fare un esempio) e ad installare le modifiche sulla sua auto (la 313X). Insomma, si può dire che Paperinik sta iniziando a conoscere i primi cambiamenti che lo porteranno ad allontanarsi, in parte, dal famigerato Fantomius.
Paperinik e Fantomius
Eppure, questa storia contribuisce anche a rinforzare sempre più il legame tra Paperinik e Fantomius. Anzi, occorre sottolineare che in questa storia il ladro gentiluomo fa la sua prima comparsa fisica. Non si tratta del vero Fantomius, ma di Gastone travestito; ma la sua presenza in forma fisica è servita a qualcosa. Martina, evidentemente, ha voluto lasciare ai lettori una chiara idea dell’aspetto fisico del ladro gentiluomo. Allo stesso tempo ha preferito anche non approfondire oltre il suo passato, preferendo rimanerlo segreto tanto a Paperino quanto ai lettori. In questa storia fa la sua prima comparsa anche Dolly Paprika, storica fidanzata di Fantomius, (qua Paperina travestita), la cui “presenza” contribuisce ad infittire di tanto il mistero sulla persona del ladro gentiluomo. Bisognerà attendere solo molti anni più tardi, quando Marco Gervasio creerà una saga che farà finalmente luce sulle origini del ladro gentiluomo.
La fine di un’era
Inizia la metamorfosi di Paperinik
Col passare degli anni, Paperinik comincia a subire una lenta ed inesorabile trasformazione che lo addolcirà fino a renderlo il vigilante di Paperopoli. Per il periodo noir, dunque, è l’inizio del suo tramonto. Ancora oggi, è abbastanza difficile individuare una storia che abbia segnato la fine del primo Paperinik. Ciò è dovuto al fatto che il personaggio ha conosciuto una trasformazione progressiva, non improvvisa, che modificherà sempre più la sua natura vendicativa. Per comprendere questa metamorfosi, è necessario dover cogliere i cambiamenti avvenuti nel corso delle sue successive avventure. Basterà prendere in considerazione almeno due storie; “Paperinik torna a colpire” e “Il doppio trionfo di Paperinik” (terzo e quarto capitoli della serie).
“Paperinik torna a colpire“
In quest’avventura, riassumendo, un falso Paperinik sorvola di notte la città, scatenando il panico su tutta la cittadinanza paperopolese. Il giorno seguente, i giornali non tardano ad associare il misterioso bandito a Paperino; questi, furioso, decide di far luce sul misterioso impostore che ha preso il suo posto, infangando la sua immagine. Ora, l’osservatore più attento potrà notare il restyling applicato su Paperinik, che per la prima volta indossa la sua mascherina nera e il mantello viene tinto di rosso. Questa è anche l’ultima volta in cui appaiono i ruderi di Villa Rosa (ritorneranno in “Paperinik torna a colpire“). Ciò che potrà far stupire i lettori è che per la prima volta Paperinik non agisce per vendicarsi di qualcuno, ma per far luce su un mistero. Mistero che non soltanto lo porterà a punire i responsabili coinvolti, ma anche a compiere un atto di generosità per Paperopoli. Pur non mancando le scene d’azione, intrise di mistero e suspense, è i questa stori che Paperinik comincia ad allontanarsi dalla sua originaria natura vendicativa.
Il caso de “Il doppio trionfo di Paperinik“
“Il doppio trionfo di Paperinik” è la quarta storia della serie, nonchè quella in cui si trovano i più significativi cambiamenti, oltre ad alcune anomalie. Nella storia Paperone, per guarire da una claustofobia, costringe il nipotame a partire con lui in campeggio. Stufo della situazione, Paperino decide di rubare uno scarabeo sacro a Rockerduck, in modo che il titolo di collezionista numero uno ricada su Paperone.
La storia appare moralmente discutibile su molti aspetti. Qua Paperinik per la prima volta commette un’azione disinteressata, fungendo da “arbitro” nelle contese tra Paperone e Rockerduck. Si tratta di un atto criminale, dove Rockerduck subisce ingiustamente un furto e, successivamente, la sua umiliazione finale. La storia è nota anche per essere la prima volta in cui Paperinik fa la sua prima apparizione ufficiale di fronte ai cittadini paperopolesi, confermando la sua esistenza. Nonostante è in quel frangente che viene a galla il vero colpevole del furto, la cittadinanza sembra non provare terrore. Anzi, applaude e ringrazia il Vendicatore, completando l’umiliazione di Rockerduck.
Conclusioni
In conclusione, il periodo noir ci offre l’immagine di Paperinik come “Diabolico Vendicatore“. Le sue azioni, certamente, sono molto discutibili agli occhi dei benpensanti, poichè agisce oltre i limiti imposti dalla legalità e per fini vendicativi. Ma forse, è questo il bello del noir; molto spesso, infatti, capita di prendere le parti del “malfattore“. E, nel caso di Paperino, questo aspetto appare giustificato. Egli, infatti, ha subito molte malefatte da persone che non sono migliori di lui e indossare i panni di Paperinik lo porta ad ottenere quel riscatto tanto atteso. Infine, le storie di questo periodo hanno anche un certo fascino, che, coi loro colpi di scena, affascinano il lettore, che allo stesso tempo non perde il senso della realtà.
Qui la seconda parte, per continuare a seguire l’evoluzione del personaggio!
Antonio Ferraiuolo