Trama: Paperinik e Uno indagano su una misteriosa organizzazione. Beato Angelico, misterioso informatore, invia al giornalista Angus Fangus dei segreti celati dalla PBI. Qualcuno tiene sotto scacco gli agenti Mary Ann Flagstarr e Nimrod per motivi ignoti. Tutti questi elementi andranno a convergere nella risoluzione di questo intrigo.
Sceneggiattura: Davide Catenacci
Disegni e chine: Lorenzo e Alessandro Pastrovicchio
Colori: Max Monteduro
Attenzione: questo articolo contiene SPOILER, perciò non leggete se non avete ancora letto la storia e vorreste recuperarla.
Perchè questa storia ha diviso il pubblico tra chi la ama e chi no? Andiamo a scoprirlo.
Giovanni da Fiesole, detto Beato Angelico
![Giovanni da Fiesole](https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/41/Fra_Angelico_portrait.jpg)
Prima di analizzare la storia, bisogna approfondire ciò che si cela dietro il titolo stesso: Beato Angelico.
Insolitamente per un fumetto Disney, non ci viene esplicitamente spiegato, durante la storia, cosa significhino queste due parole. Si tratta del soprannome di un famoso pittore italiano, nonchè frate domenicano: Giovanni da Fiesole (1395-1455). Esordendo come miniatore, l’artista ha progressivamente sviluppato uno stile pittorico che unisce i principi rinascimentali ai valori medievali. Questo ha permesso la realizzazione di affreschi dal grande rigore formale ma dall’uso moderato di dettagli. Nella sua opera la luce ha una funzione metafisica e serve a individuare gli aspetti più autentici della realtà. Si tratta di una caratteristica riscontrabile nella misteriosa organizzazione, Last Echo: i suoi membri vedono la ricerca della verità come una religione. Non a caso il loro simbolo sacro è una clessidra, simbolo della memoria.
Ribaltamento di prospettiva
In questa storia, Beato Angelico è il nome in codice usato da Eric J. Mitchell, capo divisione della PBI, come membro di Last Echo.
Qui si nota un effettivo contrasto: Mitchell non vuole cercare la verità. Lui vuole solo vendere al miglior offerente le informazioni, vere o false che siano. Anche dal punto di vista dei protagonisti vi è una controtendenza: siccome le informazioni che Last Echo vuole diffondere rischierebbero di scatenare il panico, stavolta sono i buoni a dover occultare la verità. Qui ci si rifà al concetto trasmesso da Paperino e i gamberi in salmì: non sempre dire la verità in qualunque frangente risulta essere una scelta giusta.
Ma cosa succede?!
Passiamo al motivo principale per cui Beato Angelico ha spaccato l’opinione del pubblico: la complessità della storia. In generale, PK ci ha sempre abituati a storie dai contenuti sfaccettati ma caratterizzate da una certa linearità narrativa. Spesso seguiamo un unica vicenda, i cui retroscena ci vengono svelati man mano che proseguiamo la lettura. In alternativa, la storia segue due linee parallele, regolarmente alternate durante lo svolgimento. Qui è diverso: siamo di fronte ad un albo in cui sono coinvolte in parallelo quattro/cinque sottotrame, che avvengono nello stesso luogo e tempo. Di conseguenza non si hanno punti di riferimento troppo chiari da un passaggio all’altro ed è necessaria una buona memoria per collegare il tutto.
Perchè fai così?!
Questo si ripercuote anche sulle azioni dei personaggi.
Se consideriamo che qui la psicologia non è il punto cardine della storia, bisogna riuscire a stare attenti a cogliere gli atteggiamenti di tutti loro in questo intrigo contorto. Il personaggio di Mitchell è forse il più rappresentativo da questo punto di vista: è difficile capire subito come sia strutturato il suo piano. A questo si aggiunge il fatto che non sempre le azioni dei personaggi vengono spiegate per bene, richiedendo ancora più riflessione da parte del lettore (Es: non si capisce perchè Paperinik non dica subito a Flagstarr e Nimrod di Beato Angelico. Forse non voleva destare sospetti in quest’ultimo?).
Quindi?
Tutto quello che ho elencato ha portato il pubblico a considerare Beato Angelico come una storia colta e intelligente oppure come una storia raffazzonata e confusa. Personalmente, pur non ritenendolo il miglior albo di PK, ritengo che il lavoro svolto sia più che dignitoso.
In primis perchè ritengo sempre utile una storia che stimoli il lettore a mantenere alta l’attenzione e a rileggerla più volte. Secondariamente, ritengo che la scelta di questo tipo di narrazione sia coerente con il tema di fondo. Soprattutto al giorno d’oggi, siamo costantemente circondati da informazioni, da notizie. Ciò comporta una confusione generale a causa di una visione superficiale delle cose, unita alla mancanza di connessione dei fatti da parte nostra. E se questa storia avesse proprio l’obbiettivo di stimolarci ad approfondire ciò che vediamo, a cercarne il senso? Questo comporta anche il riferimento a Giovanni da Fiesole: così come la funzione metafisica dei suoi dipinti, l’albo di Catenacci porta a indagare sulla verità di quello che vediamo e a riflettere sulla validità di quest’ultima.
E sebbene qualche passaggio sia meno chiaro di quanto sarebbe potuto essere, considero comunque l’operazione riuscita.
Guido Romeo
Immagini ©Disney