C’è sempre un Pennino che ci rivolta le giornate!
Ne incontriamo sempre almeno qualcuno. Un Pennino che ci si para davanti e non sappiamo se sorridere per la tenerezza o sopprimerlo per il fastidio. Solo pensare che sia il nipote di Paperoga (e che con lui condivida gran parte delle storie) dovrebbe farci capire il pericolo che incombe sulle nostre teste.
Il suo nome originale è Biquinho, una qualità di peperoncino particolarmente piccante usato in Sud America. Già, perché Pennino arriva dal Brasile, creato da Waldyr Igayara de Souza nel 1981 e divenuto particolarmente popolare anche in Italia.
Pennino non rappresenta altro che l’infanzia nella sua prorompente carica energetica. Ma immaginate di avere già esaurito la vostra… di energia. Come si fa a gestire un fiume in piena di vitalità del tutto irrazionale come quella di un Pennino qualsiasi che ci si para davanti?
Potrebbe essere il vostro fratellino minore, il cuginetto rompipalle o persino vostro figlio. In questi casi la tenerezza ha sempre la meglio, non fosse altro che per il legame parentale che vi lega. Ma vogliamo prenderci un po’ di tempo per riflettere sul Pennino che invece incontriamo al bar, al ristorante, al centro commerciale?
Sì, l’infanzia è bella, i bambini sono creature angeliche, ma ci sono momenti in cui non li reggiamo proprio! Quando un bambino entra in modalità Pennino, l’Apocalisse appare all’orizzonte ed un piccolo Erode inizia a farsi spazio nel nostro animo. Non parlo tanto dei capricci molesti, quelli che Paperino metterebbe a tacere inseguendo i nipotini con il più classico dei battipanni. Mi riferisco invece al Pennino vero e proprio: il bambino che non si spegne mai!
Avranno pure un tasto “off” dietro la schiena! Quel click che – almeno ogni tanto – li fa smettere di correre, urlare, schiamazzare, toccare le cose, mettersi nelle situazioni più assurde e potenzialmente letali, senza pensarci un secondo. No, (per fortuna), non c’è un tasto che riesca a convincere i bambini a non essere più tali. Anzi, fate bene attenzione perché i guai reali arrivano quando il vostro Pennino sembra stranamente tranquillo.
Ci sono infatti quei momenti di grazia apparente in cui il silenzio regna sovrano. “Forse si sarà assopito”- pensate. Vi avvicinate dunque alla porta della sua stanza convinti che il vostro piccolo e puccioso bimbetto si sia finalmente addormentato, estenuato da ore di domande, giochi, favole, danni, corse forsennate. Vi preparate a godere della vista di una dolcissima – quanto provvidenziale – catalessi temporanea del Pennino di turno, che vi darà la possibilità di sistemare i giocattoli dispersi nel corridoio, guardare un film o semplicemente arrendervi alla stanchezza, abbracciando il vostro divano.
No! Troppo facile! Quando un Pennino tace, con tutta probabilità sta affrescando le pareti di casa con dei pastelli a cera o ha deciso di usare il vostro tablet come piattaforma di lancio per astronavi invisibili, oppure ancora ha deciso di tagliare i capelli al cane con delle forbici per la carta.
Siate indulgenti. Non durerà per sempre. Anche voi siete stati un Pennino da piccoli. Urticanti come il peperoncino. Provate a chiedere ai vostri genitori come siano riusciti a sopravvivere!
Francesca Arca