Topolino 3275 ha ospitato la storia in due parti I due vendicatori, giro di boa della serie del ladro gentiluomo e ultimo capitolo della Definitive Collection che ospiterà il sesto volume di Le strabilianti imprese di Fantômius in occasione del Lucca Comics di novembre.
L’ultima, ma non ultima, storia di Fantômius è una di quelle che sicuramente lascerà il segno sugli appassionati del personaggio, e non solo. Infatti, il team-up con Paperinik l’ha resa una vera e propria storia d’eccezione, capace di ammiccare a gran parte dei fan dei paperi Disney. Proprio per questa occasione, il solo e unico autore di Le strabilianti imprese di Fantômius, Marco Gervasio, ci ha concesso una… strabiliante intervista!

D: Partiamo dall’inizio. Sappiamo, anche grazie alle Definitive Collection, che Le strabilianti imprese di Fantomius fa il proprio debutto nel 2012, con l’episodio Il Monte Rosa; ma in realtà in quel preciso momento vanti all’attivo già varie storie in merito al ladro gentiluomo. Le prime fra queste però, Paperinik contro le Giovani Marmotte e Paperinik e l’estate a Villa Lalla non sono completamente tue, ma realizzate a quattro mani. Sembra quasi destino, però, che da lì a poco avresti iniziato a porre le basi per la futura saga… o era già in programma? Le storie che hai scritto e disegnato nel periodo successivo erano già parte del progetto o hanno contribuito a idearlo?
R: Ho sempre amato Paperinik, il primo, il diabolico vendicatore. Tutti lo sanno. Quindi voglio pensare che le due storie che citi, di cui ho realizzato solo i disegni, mi siano state assegnate in quanto c’era la presenza (anche se solo nominativa) di Fantomius. Infatti, in quelle storie si scoprono due nuovi rifugi del ladro gentiluomo. Più avanti, quando sono divenuto anche sceneggiatore, ho iniziato a scrivere le mie storie di Paperinik e ho inserito dei flashback di Fantomius, poiché già avevo in mente una serie tutta per lui. Però bisognava vedere quale ne fosse l’accoglienza, dunque in quelle storie ho preparato la pista e presentato i personaggi che (se fossero piaciuti) avrebbero poi vissuto di vita propria. Considero insomma quelle 4 storie (Da L’ombra di Fantomius a Passato senza futuro, ma anche L’isola dei mostri se avete letto l’ultima avventura, è tornata in campo) una sorta di “Pilot” della serie.

D: Con un prodotto così filologico e appassionato, in cui spesso e volentieri vengono tirati in mezzo riferimenti a Guido Martina o a Carl Barks, quanto è difficile far collimare le varie fonti? Nella progettazione di un singolo episodio favorisci di più la volontà di raccontare qualcosa di nuovo ricollegandolo al vecchio o di citare il vecchio attraverso qualcosa di nuovo?
R: Devo dire che è molto difficile. Ho di fronte a me storie di autori eccezionali, immensi, che però non andavano sempre in sincronia tra loro, anzi quasi mai. Dunque per far combaciare le loro idee nella mia serie devo fare non poca fatica. Gli stessi autori nelle loro storie poi non erano in continuity (come del resto prevede l’universo Disneyano) dunque talvolta c’erano divergenze anche tra storie dello stesso autore. Ma questi sono “problemi” secondari, perché in ogni caso quando realizzo un nuovo episodio, la prima cosa cui penso è la mia storia! La trama viene per prima. Poi nella trama mi piace inserire riferimenti a storie passate di questi grandi autori, citarle o svilupparle se e dove possibile (Notre Duck ne è un esempio). Cercando di creare un unico “universo Fantomioso” in cui possano convivere (per quanto possibile) le storie degli autori che mi hanno preceduto. Forse è un proposito ambizioso, forse impossibile… ma del resto Fantomius ama le sfide impossibili, no? 😉
D: Presenza imponente tra le citazioni vi è sicuramente la Saga di Don Rosa, a volte citata pedissequamente attraverso scene esplicite, come il ritorno di Paperone a Paperopoli e altre solo contestualmente, come la recente menzione al Fosso dell’Agonia Bianca. È indubbio che siano storie entrate nel patrimonio Disney collettivo, dal fascino irresistibile per un fan dei paperi. Eppure, è una storia che difficilmente è accetta variazioni del tema. Credi sia importante cercare di creare una apparente continuità unica? Quanto è importante che il lettore di Fantomius si senta “a casa” leggendo riferimenti ad un’opera così presente nella sua fantasia?
R: Per Don Rosa vale (più o meno) il discorso già fatto, con la differenza che la sua opera è perfettamente in continuity. Questo mi aiuta ma nello stesso tempo mi crea qualche ulteriore difficoltà. Io vorrei che la saga di Fantomius combaci (sempre per quanto possibile) anche con quella del grande autore americano, cioè che gli anni in cui il ladro gentiluomo operava a Paperopoli (e non solo) potessero corrispondere agli stessi anni della Saga Donrosiana, con Paperone in giro per il mondo ad accumulare ricchezze. Non è cosa facile ovviamente, perché il Don ha creato una cronologia ben precisa e a mia volta cerco di fare lo stesso con Fantomius. Mi piacerebbe che il mondo Disney fosse visto come un unico mondo di cui io racconto quello che riguarda il papero mascherato, Don Rosa quello che riguarda Paperone, e così via, ognuno secondo il suo punto di vista (un po’ come nella serie tv The affair). Un sogno? Chissà. Del resto i fumetti non sono nati per far sognare?
D: Diretta conseguenza dell’allacciarsi alla Saga è la questione della linea temporale che essa fornisce attraverso date ufficiali. Infatti, ogni episodio di Fantomius ha una ben precisa collocazione, fornita attraverso una didascalia iniziale. Perfino l’ultima storia, I due vendicatori, è ben collocata nel 2018, andando, però, in contrasto proprio con la ricostruzione donrosiana. Spiegaci un po’ come ragioni sulle date e cosa significa per te il “presente” fumettistico Disney.
R: La saga di Fantomius (nella mia testa) va dal 1920 al 1930. Con qualche balzo in epoca anteriore e altrettanti in epoca successiva. Riguardo alla storia crossover, è vero, è ambientata nel 2018, nel presente. Però diciamo che secondo me è un “presente” molto variabile, molto allungato, che può andare dagli anni ’60 agli anni 2000. Insomma i “giorni nostri” di Topolino, secondo me, sono sempre attuali: erano “giorni nostri” negli anni ’60, sono “giorni nostri” ora e lo saranno pure nel 2050. Chiunque legga Topolino, in qualsiasi epoca lo legga, legge le storie nel “suo” presente.
D: Le strabilianti imprese di Fantomius è una serie che sicuramente mantiene qualche bel primato. Prima di tutto è la prima serie ambientata nel passato a non proporre come protagonista una semplice variante dei personaggi moderni. Questo continuo vivere in un flashback perenne ti ha permesso sicuramente alcune libertà tecniche e guizzi innovativi raramente utilizzati in casa Disney. Proprio nell’ultima storia, infatti, abbiamo un vero e proprio team-up e addirittura un foreshadowing: inusuale! Quanta volontà c’è di proporre qualcosa di tecnicamente innovativo al lettore?
R: Non solo non propone come protagonisti una variante degli standard characters moderni, ma anzi fino all’ultimo ho cercato di differenziare il più possibile i miei personaggi (Lord Q e Dolly) da Paperino e Paperina. Caratterialmente ma anche fisicamente (gli occhi, per dirne una). E dopo ben 23 episodi (di cui due doppi) credo di essere riuscito in questo intento. Detto questo, il fatto di raccontare storie che avvengono nel passato, in un’epoca storica precisa, che non prevede (a parte un paio) i personaggi e le regole cui siamo abituati, mi permette di “osare” un pizzico di più, presentando qualcosa di meno usuale, come la continuity innanzitutto, ma anche i flashback e flashforward, fino all’ultimo foreshadowing che hai citato. Epoca passata dunque, ma tecniche
moderne.

D: La Definitive Collection ha fornito una nuova visione delle saghe in corso, con una suddivisione che alcune volte può ricordare quella delle Seasons delle serie TV. Soprattutto I due vendicatori sembra ricalcare proprio il format del finale di stagione, con il ritorno di un certo nemico introdotto in precedenza. Avremo in futuro altri casi del genere? Ti piacerebbe rendere gli episodi di Fantomius paragonabili alle puntate di una stagione, che oltre a proporre trame verticali, fornisce una breve trama orizzontale?
R: Dunque, come dicevo, la serie di Fantomius è connotata dalla continuity, cioè ogni episodio, seppure abbia una sua trama verticale, che viene portata a compimento, segue anche una leggera trama orizzontale. I personaggi ricordano tutto ciò che è successo precedentemente (cosa alquanto innovativa su Topolino) e agiscono di conseguenza. Elementi di episodi passati possono ritornare in episodi nuovi (un esempio? La mappa trovata nel vaso rubato ne La maledizione del Faraone, viene usata dai nostri per trovare la miniera d’argento (e Atlantide) alcuni episodi più tardi in Fantomius d’Egitto). Inoltre i protagonisti hanno una loro storia, un background molto dettagliato e preciso, che scopriamo pian piano, con il prosieguo della serie. I “cattivi” tornano vendicativi a farsi vivi. Tutto ciò già ricorda una Serie Tv. La trama verticale però risulta necessaria: è quella che permette a chi dovesse leggere un solo episodio, di non trovarsi completamente spaesato e riuscire lo stesso a godersi la storia. Anche considerando che spesso tra un episodio e l’altro possono passare anche dei mesi (a differenza degli episodi di una stagione delle serie tv). Ma la trama orizzontale è sempre presente e posso anticipare che aumenterà d’importanza nelle prossime avventure.
D: A proposito di serie TV, non possiamo non ricordare il cameo di Stranger Things, un vero e proprio omaggio alla cultura POP del secolo scorso. Eppure, ci sono altri cameo e riferimenti innegabili, come ad esempio Fu Man Etchù, palese riferimento al Fu Man Chu che proprio sul finire degli anni 20 imperversava su Detective Comics. Quanto della cultura POP influenza oggigiorno il Marco Gervasio autore?
R: Fantomius è infarcito di camei. Sono tutti omaggi alla cultura, alla letteratura, al cinema e alla tv con cui sono cresciuto. E di cui anche oggi mi appassiono. E spaziamo dagli anni 20/30 fino ad oggi, con riferimenti a Fu Man Chu, Belfagor, Love Boat, King Kong, Tutankhamon, il fantasma dell’Opera, Stanlio e Ollio, Douglas Fairbanks, Agata Christie, Conan Doyle, Nick Carter e via così fino al cameo di Stranger Things. Insomma c’è davvero parecchio di Marco Gervasio in Fantomius.
D: Infine, tiriamo le somme. Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro di Fantomius e non solo?
R: Fantomius continua (e questa, spero, sia già una bella notizia). Nelle prossime storie vedremo meglio perché Cuordipietra ce l’ha col ladro gentiluomo, ci saranno ritorni di vecchi amici/nemici, ci saranno misteri da risolvere e Fantomius tornerà pure “a casa”. Insomma tanta carne al fuoco. Extra ladro gentiluomo, ci sarà una storia omaggio per il compleanno del mitico Topolino. E non solo.

Risposta extra (spoiler): vorrei dire la mia su un passaggio della storia “I due vendicatori” su cui ho letto un paio di dubbi da parte di qualcuno sulla vostra pagina. Il furto della pepita uovo d’anatra e quello che ne consegue (la sostituzione). Molto velocemente, il furto andava fatto per vari motivi: 1) perché comunque di certo “qualcuno” sorvegliava il deposito per controllare che davvero Fantomius vi penetrasse e rubasse la pepita e i nostri questo l’hanno pensato. 2) in ogni caso serviva rubare la pepita per poterne poi fare una copia dello stesso peso, ma vuota (e questo risponde a un altro dubbio postato). La copia (realizzata da Archimede) doveva essere fatta in un materiale simil oro ma che avesse lo stesso peso (per ingannare Famedoro) seppure vuota.