Venerdì 29 giugno Don Rosa, il fumettista del Kentucky autore della storia Disney dal quale è partita tutta questa community, ha compiuto 67 anni. Noi Ventenni Paperoni abbiamo voluto celebrare la ricorrenza facendo raccontare a voi le vostre storie legate alla Saga di Paperon de’ Paperoni sulla nostra pagina, ed ecco alcune delle storie che ci avete scritto. Per motivi di spazio purtroppo non possiamo raccoglierle tutte, ma potete sempre leggerle qui.
«Quando il mio vicino di casa mi prestò il volume con la “Paperdinastia” me la descrisse come una magnifica storia che avrebbe anche potuto far commuovere e piangere.
Non gli credetti minimamente dato che con anni di letture Disney alle spalle pensavo potesse essere impossibile. La parte con Soapy Slick che ruba e legge le lettere della madre di Paperone mi sconvolse. E le vicende che seguono rimangono le mie preferite.» (Yuri Pennacchi)
«Da bambina aspettavo con ansia i nuovi numeri di Zio Paperone e appena arriva a casa, lo sfogliavo sperando di trovare una storia del Don.
Alllora lo adoravo perché aveva una comicità diversa, ero affamata delle sue avventure e mi perdevo nei suoi disegni spettacolari. Rileggendo tutte le storie ora, da adulta, sono riuscita a cogliere tutte le sfumature e la complessità dei suoi paperi, così incredibilmente veri. E ho pianto, in vari punti, ma su tutti per questa tavola.
Grazie Don Rosa e buon compleanno!» (Valentina Erandil Negretti)
«Ho comprato la Saga qualche anno fa per curiosità, ragazzi definirlo un “fumetto” è poco, Don Rosa ha dato vita ad un vero scavo archeologico nelle storie di Barks. Comunque per me la scena più commovente è quando Paperone riparte dal castello con le sorelle e il padre li guarda dalla finestra, scoprendo poi che è il fantasma insieme alla madre.» (Gianluca De Criscienzo)
«Per me la Saga è uno dei pilastri del rapporto con mio fratello. Associo il volume Paperdinastia alle infinite giornate passate insieme a lui a leggerlo, analizzandone tutti gli infiniti dettagli. Quando d’estate andavamo dai parenti non ci portavamo nient’altro da leggere ed eravamo felici così. Quel povero volume adesso cade a pezzi (ha attraversato mezza Europa con noi per buoni 10 anni) ma è la cosa a cui sono più legata perché per me vuol dire Famiglia. Taggherei mio fratello ma è burbero e mi prenderebbe a randellate, ma so che anche per lui è così.» (Ginevra Emilia Carrero Meglio)
«La prima volta che ho comprato la Saga di Don Rosa, è stato con la Serie Oro di Repubblica. Era il 2004, oramai 14 anni addietro, e io avevo solo 12 anni. Ne rimasi davvero estasiato e mi innamorai di Don Rosa, tanto da quasi faticare a leggere le storie di altri fumettisti di PdP. Rilessi quel volume diverse volte, credo almeno una quindicina. Poi lo persi in un trasloco, pochi anni dopo. Passai anni a ricercare quel volume ad un prezzo che non fosse un furto e che non fosse spedito da lontano, per evitare danni durante il trasporto. Alla fine, una mia amica mi donò la sua copia e ovviamente la rilessi tutta la sera stessa. Ora la custodisco gelosamente, assieme alla collezione di fumetti etc. che riguardano PdP.
Certi parti di quella storia ti colpiscono davvero: Soapy Slick e la lettera, Cuoredipietra che “fa arrabbiare” Paperone, il ritrovo con i nipoti dopo decenni, l’addio delle sorelle, la morte del padre, Doretta… In realtà in ogni storia c’è qualcosa da ricordare!
È La Storia. Quella storia che se non la leggi, non conosci e non capisci Paperone.» (Domenico L. Cardillo)
«La Saga di Zio Paperone è forse il ricordo più bello e intenso che ho di mio nonno. Lui era appassionato di fumetti di tutti i tipi, ma per prima cosa mi comprò un giornalino di Minnie. Apprezzato quello e varie storie più leggere, decise che era giunto il momento di leggere la vera letteratura. Ho ancora, ovviamente, tutti i fumetti, sia per la loro bellezza che per i ricordi legati. La mia passione per i fumetti non è mai svanita, amo ancora comprare le belle ristampe e i volumi ben fatti. Ogni volta è un’emozione nuova, sono sicura che mio nonno ne sarebbe felice e orgoglioso. È il modo più bello per tenerlo in vita sempre!» (Hilary Dessì)
«Ho comprato Paperdinastia che stavo ancora alle elementari. Era in una bancarella di un mercatino, lo vedevo tutti i giorni e lo desideravo fortemente e mia madre non me lo voleva comprare perché costava troppo. Dopo giorni di trattazioni e tre temi scritti (non si sa quanto odiavo farli) me l’hanno comprato. Pazzesco, l’ho letto in pochissimo tempo. Poi purtroppo il volume è andato disperso in cantina (opera di genitori disattenti) che ho rivoltato per trovarlo ma senza successo. Alla fine ho comprato la ristampa e l’ho riletto, provando le stesse emozioni di 15 anni prima.» (Carlo Catarzi)
«Bah! Parenti! Chi ha bisogno di loro? Paperon de’Paperoni non ha bisogno di nessuno!”. E poi “Glom”. Perché non è vero. Si ha sempre bisogno dell’amore incondizionato di un parente, che ti vorrà bene da quando vieni al mondo a quando lui non ci sarà più. È quell’amore che ti salva quando sei a un passo da diventare una persona orrenda. Grazie Don, e auguri.» (Federico Barbina)
«Avevo circa 8 anni quando mio fratello cominciò a comprare “Zio Paperone” in edicola per leggere la $aga a puntate. L’abbiamo divorata insieme, e io me ne sono completamente innamorata. 20 anni dopo ho “costretto” mio marito a leggerla, perché non potevo condividere la mia intera vita con qualcuno che non conoscesse Don Rosa! Il “brutto” della $aga è che dopo averla letta si fa veramente fatica a tollerare altre versioni dell’infanzia di Paperone. Mi sale il nervoso quando leggo storie dove, ad esempio, Nonna Papera e lo zione sono fratelli! Ma pazienza.
THANK YOU DON <3 You made Scrooge great again.» (Francy Rustik)
«Ho letto quella saga quando ero ancora un bambino. Un’estate, durante le vacanze. Doveva essere una lettura estiva, si è tramutata in ben altro. Paperone è stato una guida. Burbero, duro, spilorcio, perfino solo quando sceglie il denaro rispetto a tutto il resto. Eppure mai domo, coraggioso, sempre pronto a rialzarsi e lottare, andare avanti rimboccandosi le maniche. È questo che quel volume ci ha insegnato. Avanti, sempre avanti. Con la testa alta.» (Lorenzo Ferrari)
«La Paperdinastia è stata tra le mie prime letture indipendenti, siccome all’epoca avevo solo 8/9 anni. Rimasi letteralmente stregata da quel volume da 16.000 lire comprato quasi per caso dai miei genitori; leggevo Topolino, mi sarebbe piaciuto anche quel volumone, no?
Non ero ancora in grado di apprezzare la Saga in tutte le sue sfumature a causa della mia giovane età, ma non ebbi problemi a riconoscerne la singolarità e la forza emotiva (per un’opera che, mia opinione, si può tranquillamente definire letteraria). Tenevo la mia copia della Paperdinastia sotto il cuscino, e ogni notte la risfogliavo e rileggevo le storie, fino a consumarla. Ho perso il conto di quante volte ho letto “Il miliardario di Colle Fosco”; il finale mi colpiva sempre.
Sono lettrice di fumetti assidua, ma non sono molte le storie che mi hanno segnata quanto questa Saga. In ogni mia lettura cerco sempre la profonda umanità di Paperone, umano quanto tutti noi anche se “solo” un papero. Per aver “creato” un personaggio simile, kudos a Don Rosa.» (Carlotta Livrieri)
«Cari Ventenni, vi seguo da tanti anni, anche se finora non vi ho mai scritto. Adesso però devo! Ho collezionato Zio Paperone dal numero 73 al 210. Cioé da quando avevo quattro (?) anni fino a quando il mio edicolante non lo ha piú trovato. La pubblicazione storia per storia della Saga di Paperone de’ Paperoni era stata cominciata proprio nei primi numeri che avevamo comprato, e poi, quando era appena uscito, mio papà mi regalò il volume della saga tutta intera! Edizione dorata, “Progetto D.U.C.K.”! Ricordo che cominciai a leggerla subito in macchina… E da allora è nella mia libreria, è un tesoro! L’ho letta piú e piú volte, è la storia di un papero che con ispirazione e ambizione roventi raggiunge il suo obiettivo contro tutto e tutti, senza lasciarsi mai abbattere, anche nelle circostanze piú disperate. È una storia enorme, non è un fumetto, è una lezione, un fondamento, che è lì per insegnarci come nella vita, se lo si vuole, si potranno realizzare tutti i nostri sogni. E non c’è modo migliore di saperlo che leggere la storia divertente, triste, avventurosa e sentimentale… di un papero. Anzi di quello che per me è il piú grande papero del pianeta.
Grazie, Signor Don Rosa!» (Andrea Doricchi)
«Io comprai questo volumone nel lontano 2004 solo perché c’era Paperone e perché al primo sguardo pensai “questo è da collezione e lo devo avere”. Lo nascosi dietro altri giornali in attesa di racimolare 7 euro e qualche giorno dopo tornai a prenderlo, senza sapere di avere acquistato un VERO pezzo da collezione, senza sapere che in realtà sotto sotto lo presi perché mi piacciono i fumetti. La storia mi piacque davvero molto e pensai “è stranamente bella per essere una storia con Paperone!” E solo all’università, circa 10 anni dopo scoprii chi fosse don rosa. Grazie a questo gruppo!» (Federica Loddo)
«Da piccola ricordo che ogni mercoledì le mie zie e zii mi regalavano il Topolino, per me era sempre una festa e lo divoravo. Col tempo questa tradizione ovviamente si è persa e io non lessi più questo fumetto autonomamente. Poi ho trovato voi, questa pagina, mi avete riportato a quei tempi perciò grazie. Mi avete dato modo di rileggere alcune storie sia già lette che sconosciute. Poi ho saputo della ristampa e conoscendo il “Paperone classico” del Topolino anni novanta, dove ogni volta trascinava Paperino nelle sue avventure, ho pensato non può che essere una “biografia” magnifica. E così è stato. Leggere e rileggere quelle pagine ti riempie di ardore esattamente come succede a Paperone. Come se tu fossi lui. Ti identifichi completamente. Ci ho riso ci ho urlato ci ho pianto. E non sono nemmeno ventenne, ma trentenne. Lo farei sicuramente leggere ai miei figli se mai ne avrò, e se vorranno farlo. E mi pento di non averlo letto da piccola, ma ammetto di avere sviluppato a prescindere il suo orgoglio e la sua testardaggine.
Perciò è difficile scegliere tra le vignette una più significativa degli altri, se proprio devo scegliere una è tra le mie foto preferite sul mio profilo ed è quella dell’arcobaleno (non mi darò mai per vinto) perché mi ricorda che devo persistere nei miei obiettivi. L’altra è quella dei genitori/fantasma che vanno via rasserenati (quando muore il padre e la moglie viene a prenderlo), per ricordarmi di quanto sia importante la famiglia. Un’altra ancora è quella del ritrovamento della pepita d’oro (ho sudato freddo e temuto per lui, sapendo che l’avrebbe cambiato). Un’altra ancora è la vignetta dove si ritrova in una caverna e non tocca la pietra magica per rispetto e onestà verso il guru. Un’altra è quella dove purtroppo allontana le sorelle e loro lo abbandonano (mi ha fatto tanto male). Non parliamo di Doretta, là non puoi proprio scremare. L’ultima che voglio ricordare che mi fa sempre male al cuore è quella in cui il ricordo del padre si insinua nel Paperone che sta perdendo tutti i suoi valori…. E si pente amaramente.» (Mari Onikiri Puddinu)
«Non so se la $aga sia effettivamente il mio fumetto Disney preferito, ma di certo è quello più pregno di significato. Letto per la prima volta da bambino, senza però apprezzarlo fino in fondo, questo ciclo di storie negli ultimi anni mi ha esortato ad affrontare la vita e le difficoltà piccole e grandi a testa alta, non solo con scene epiche e poetiche, ma anche facendomi sorridere con gag e battute ben congegnate.» (Francesco Petraglia)
«La Saga (che per me sarà sempre la Paperdinastia) mi fu regalata da mio zio padrino a nove anni e mi piacque subito tantissimo per i temi affrontati, i messaggi profondi, lo stile maturo e l’approccio quasi storiografico, un unicum nel mondo Disney.
Mi ha accompagnato in un periodo difficile della mia vita da un punto di vista personale e familiare.
Nel 2015 decisi di riacquistare il volume, che nel frattempo avevo perso, e da allora non ci siamo più lasciati <3
Grazie Don Rosa.» (Lorenzo Plini)
«Sarò sincero: fino a pochi mesi fa non avevo mai sentito parlare della Saga. L’ho scoperta su questo gruppo, che mi ha anche aiutato a riscoprire la passione per i fumetti in generale (GRAZIE!). Per ora ho letto solo i primi tre capitoli, quelli presenti sul settimo numero della Library di Don Rosa. Il primo capitolo è molto evocativo e si conclude con un’immagine semplicemente meravigliosa, “Il Signore del Mississippi” è una storia davvero molto bella ed emozionante mentre la storia di Paperone cowboy l’ho trovata troppo scialba e non mi è piaciuta per niente. Forse avevo aspettative troppo alte, comunque sicuramente leggerò anche gli altri capitoli per farmi un’idea generale. Non posso certo dire che la Saga mi abbia cambiato, ma fra qualche anno chissà… intanto anche “solo” aver fatto nascere una community come questa e aver fatto riscoprire a me (e credo anche a molti altri) la gioia dei fumetti la rende un’opera eccezionale ❤» (Luca Fassoni)
Infine ecco la testimonianza di due admin di Ventenni Paperoni:
«La mia storia è forse meno epica da raccontare rispetto a quella di Mattia dato che io sono completamente diverso da Paperone e molto più vicino a Paperino. Sono così da sempre, quindi purtroppo la Saga non mi ha influenzato più di tanto il carattere.
Detto ciò, ricordo perfettamente quando nel 2001 i miei genitori mi comprarono come regalo per una qualche ricorrenza, non ricordo se Natale o il mio nono compleanno, il volume Paperdinastia. Mi arrivò per posta e dovetti fare una fila che mi sembrava infinita per poterlo ritirare all’ufficio postale, forse anche per questo quel momento non me lo dimenticherò più: la prima fila alle Poste della mia vita, e per la Saga! Ma direi che ne valse la pena. L’impatto fu sconvolgente, calcolando anche la differenza abissale con le storie che leggevo abitualmente su Topolino. Finalmente i miei personaggi preferiti avevano una storia coerente, e per me che ero molto puntiglioso e non sopportavo la mancanza di continuity nelle storie tutto ciò era un sogno che si realizzava (poi crescendo sono guarito).
La storia mi sconvolse anche per la quantità di dettagli storici perfettamente incastrati nella Saga, al punto da andare a ripescarmi chi fossero Teodore Roosevelt o Wyatt Earp contribuendo ad alimentare la mia passione per la Storia che in seguito mi ha portato a laurearmici.
Successivamente il mio volume ha passato varie mani a cui le ho prestate al grido di “devi assolutamente leggerla, è un capolavoro” per poi averlo recuperato definitivamente in tempi recenti, e adesso è lì nella mia libreria tutto consumato, a testimonianza di tutte le volte in cui l’ho letto, riletto, straletto e mi ci sono emozionato su.
P.S. L’idea di mettere un sottofondo musicale alla Saga la ebbi ascoltando “The Ecstasy of Gold” di Morricone mentre leggevo L’Ultima Slitta per Dawson. Huolopainen è venuto dopo.» (Giacomo Tarkus Sannino)
«Io personalmente DAVVERO non sarei così se non avessi mai letto la saga.
Per mia testardaggine personale, sono sempre stato restio a chiedere del denaro ai miei genitori. Ogni volta che ciò accadeva, mi sentivo sconfitto. Avevo perso.
Compiuti 16 anni iniziai a lavorare saltuariamente. Niente di particolarmente difficile o impegnativo, ma ricordo che fu comunque un trauma, abituato a cazzeggiare com’ero. E, quando anche l’orgoglio e la testardaggine vacillavano – soprattutto nei primi tempi – mi rifugiavo in quel volume che mio padre mi aveva comprato all’Esselunga all’inizio del 2001. Parlava proprio di come Paperone avesse lottato contro tutto e tutti, senza mai darsi per vinto, per trovare la SUA strada. E, anche quando le cose facevano schifo e tutto sembrava essere perduto (il vascello sul Mississippi, la miniera di rame, la stessa vita sul fondo del fossato del castello di famiglia, ecc.), lui trovava sempre la forza di rialzarsi e di combattere. Non c’era tempo di rassegnarsi e di lasciare che le forze fisiche dettassero legge su quelle mentali. Perché – secondo lui – il talento non esiste, ma solo l’ispirazione e l’ambizione. Che devono essere roventi.
Per me, il volume “Paperdinastia” fu una folgorazione da bambino e un grande, enorme aiuto da adolescente. Per trovare la forza di chinare la testa e proseguire nonostante tutto, ma anche, in generale per capire che non bisogna mai e poi mai dichiararsi sconfitti.
Perché, vedete, c’è un messaggio della saga che porterò sempre nel cuore, inciso a lettere d’aureo metallo: sei sconfitto solo e solo se ti SENTI sconfitto. In realtà… c’è sempre un altro arcobaleno. Per chi lo sa cercare.» (Mattia Del Core)
La redazione di Ventenni Paperoni