“Ma dove l’hai letto, su Topolino?”
Spesso e volentieri si sente questa frase, in particolar modo su Internet, usata da alcuni per denigrare coloro che hanno detto una baggianata. Quando qualcuno spara qualche castroneria arriva troppo spesso quello che risponde “ma dove hai letto una cosa del genere? Su Topolino?“
E puntualmente ogni volta che lo sento o lo leggo mi sale il sangue alla testa.
Come se Topolino fosse una fonte di fake news.
Come se Topolino pubblicasse stupidaggini pseudoscientifiche.
Come se Topolino facesse il lavaggio del cervello dei propri lettori.
Come se informarsi leggendo Topolino fosse sinonimo di ignoranza.
Ed è una bruttissima abitudine diffusa al punto che, qualche anno fa, il giornalista sportivo Ivan Zazzaroni disse una cosa del genere durante una diretta televisiva e si incazzò pure quando Tito Faraci gli fece notare l’assurdità della sua affermazione.
Io questa bruttissima tendenza non riesco a spiegarmela, semplicemente perché Topolino da sempre è sinonimo di cultura. Quante cose abbiamo imparato grazie al nostro giornale preferito? Innumerevoli.
Ne voglio ripescare qualcuna fra le prime che mi passano in mente: ricordo di aver imparato cos’è l’usucapione grazie alla storia Il matrimonio di Zio Paperone di Massimo De Vita. Oppure cos’è l’antimateria e come funziona l’annichilazione leggendo Zio Paperone e gli antidollari di Fabio Michelini e Luciano Gatto. Per non parlare delle storie in costume o di quelle della Macchina del Tempo che ci hanno fatto scoprire e conoscere le epoche passate e i personaggi più importanti della Storia (io poi se oggi sono appassionato di Storia al punto da aver deciso di laurearmi in questa materia lo devo principalmente grazie al Topo) oppure dei capolavori della letteratura mondiale che abbiamo scoperto grazie alle Parodie Disney.
E anche oggi le storie sul Topo non vengono mai meno alla loro funzione educativa, anzi. Ricordiamo ad esempio la serie Topolino Comics&Science avviata nel 2016 e di cui una delle storie, Paperino e i ponti di Quackenberg scritta da Francesco Artibani in collaborazione col professor Alberto Saracco, docente di Geometria all’Università di Parma e divulgatore scientifico, viene usata da quest’ultimo durante i suoi incontri per la divulgazione della matematica presso grandi e piccini come esempio per spiegare uno dei più vecchi e famosi problemi matematici.
Come poi non ricordare il linguaggio elevato di Topolino e tutte le parole che abbiamo imparato leggendolo, ma su questo ci sarebbe da fare un lungo discorso quindi vi rimando a chi è più competente di me per farlo. Roberto Gagnor, sceneggiatore e blogger, ne ha scritto vari articoli molto interessanti tra cui questo di cui vi consiglio vivamente la lettura.
E proprio Gagnor è l’autore di una delle serie recenti su Topolino che ho più apprezzato, la splendida Storia dell’Arte di Topolino (che se non avete ancora letto vi consiglio altamente, trovate il volume coi primi episodi qui) e che è anche l’autore de La Storia del Cinema di Topolino uscita negli ultimi numeri (e che abbiamo trattato su questo sito in vari articoli)
Finora poi ho parlato delle storie, che dire poi delle rubriche di approfondimento? Sempre istruttive, interessanti, spazianti su vari argomenti e palestra di talenti del giornalismo, basti pensare che Gianluigi Nuzzi prima di diventare famoso in tutto il mondo come autore degli scoop sugli scandali in Vaticano iniziò la sua carriera scrivendo proprio sulle pagine del Topo.
Insomma, tutti abbiamo imparato grazie al Topo e chi lo nega mente. Spudoratamente.
Quindi consentitemi di lanciare una piccola campagna di sensibilizzazione per far terminare questa odiosa abitudine di usare “l’hai letto su Topolino” come insulto.
Se vi capitasse di incrociare qualcuno che lo dice rispondetegli con una nozione, una parola, un evento storico, un personaggio storico, una procedura scientifica eccetera che avete imparato grazie a Topolino, aggiungendoci l’hashtag #lholettosutopolino. Se costui (altra parola che ho imparato grazie al Topo) non capirà linkategli questo articolo.
Se volete poi inviateci i vostri aneddoti scrivendoli nei commenti o inviandoceli per messaggio privato o via e-mail, li pubblicheremo qui sul sito.
Insomma, poniamoci una missione: quella di ricordare a tutti che Topolino è sempre stato sinonimo di cultura, mai di ignoranza.
Giacomo Sannino