I Reboot fatti bene – DuckTales (2017)

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Quando venne annunciata nel febbraio del 2015 forse solo gli appassionati come noi e gli amanti della serie originale potevano comprendere cosa significava a livello emotivo il ritorno di Paperone e i nipotini sul piccolo schermo, ossia la possibilità di rendere con l’animazione le avventure dei fumetti della Famiglia dei Paperi, e farci divertire con mille avventure. In una parola: DuckTales (WOO-HOO)!

Ebbene, dopo la recensione video del primo episodio fatta da Mattia Del Core (uno dei Paperi Supremi della pagina, ecco il link per guardarla) ho deciso di realizzare una recensione degli episodi di DuckTales messi in onda durante la prima parte della stagione, visto che la serie è tornata in onda il 4 maggio dopo una pausa per vari motivi di produzione legati anche alla seconda stagione, già confermata da fonti ufficiali.

Vi avverto che ci saranno vari SPOILER sulla trama degli episodi nella recensione, quindi se non avete ancora visto gli episodi correte a vederli, sennò prendo la spingarda!

Innanzitutto riguardo al pilota c’è poco da aggiungere, ma mi mantengo più o meno sulle stesse posizioni di Mattia: sebbene la caratterizzazione dei personaggi sia ineccepibile e perfetta, e segua di più i canoni del fumetto, la trama in sé di questo doppio episodio è deludente, ma c’è un motivo ben chiaro.

Teniamo conto del fatto che a differenza della serie “vecchia” Qui, Quo e Qua hanno un carattere e abilità specifiche e ben diverse, Gaia ha una personalità molto più definita, come pure sua nonna Beakley; e perfino Jet McQuack, personaggio già esilarante in precedenza è stato ulteriormente migliorato, mentre è da far notare la presenza molto più marcata di Paperino, che fa piacere a molti fan dei fumetti, che diverte con la sua voce buffa seppur quasi incomprensibile e i suoi scatti d’ira.

La prima puntata deve quindi andare a definire chiaramente i personaggi, i loro comportamenti e gli ambienti dove si muovono, e anche la rottura dello status Qvo (eh-eh!) all’inizio della serie (in questo caso Paperino che chiede a Zio Paperone di fare da babysitter ai nipotini) e ciò mette per forza di cose la storia in secondo piano. L’unica soluzione a questo problema poteva essere l’evitare di usare la riscoperta di Atlantide nel primo episodio, ma l’introduzione di Cuordipietra Famedoro come “cattivone” del pilota compensa alquanto.

Una sorpresa inaspettata è stata certo il finale, che ha rivelato un elemento fondamentale per lo sviluppo della trama orizzontale della serie: ci viene mostrata in un quadro Della Duck, la madre dei tre nipotini, nonché sorella di Paperino. Sembra inoltre che abbia partecipato a delle avventure con lo Zione e il fratello, ma su cosa le sia avvenuto non si sa nulla, ma solo che ha causato un lungo silenzio fra i due (forse per il trauma della morte, ma chi lo sa, è pur sempre una serie animata).

Per quanto riguarda il design della serie e dei personaggi, sebbene all’inizio fossi un pelo scettico, devo dire che dopo la visione di questi primi episodi mi ritengo molto soddisfatto della scelta, che mette assieme uno stile innovativo con alcuni riferimenti classici anche ai fumetti.

Dagli episodi successivi però, si cambia totalmente musica, a livello di sviluppo narrativo: sin dal secondo episodio l’azione è protagonista, quando i Bassotti rapiscono i tre gemelli e Gaia mentre sono in una sala giochi, da cui Paperino e Beakley dovranno salvarli, cercando di sconfiggere i tre criminali e Mamma Bass. Sarà in realtà il connubio fra l’abilità e lo spirito avventuriero di Gaia e l’intervento dei due che porterà al meritato lieto fine.

Nel terzo episodio invece, mentre Qua impara i segreti del successo da Paperone dentro al Deposito, perde inavvertitamente la Numero Uno grazie ad un prototipo di robot-lampadina costruito da Archimede (un ancora imperfetto Edi) e cercherà di recuperare il prezioso decino in un avventura esilarante, mentre Qui, Quo e Gaia indagano su cosa sia successo alla madre dei tre negli archivi dello Zione.

Nel quarto episodio vediamo invece il ritorno dei Bassotti e della loro Mamma, a cui Gaia rovina la festa di compleanno assieme alla sua nuova amica Lena, che viene poco dopo rapita dagli stessi Bassotti per vendicarsi, e salvata prontamente da Gaia e i tre fratelli: tornati a casa sani e salvi, i paperini sono ignari che Lena è in combutta con Amelia, nemica storica di Paperone, che viene introdotta a fine episodio in maniera a mio parere perfetta.

ducktales 2017

Dal quinto episodio riprendono le avventure “fuoriporta” tipiche dei fumetti, con Avventure nel sottosuolo, che introduce i Terrafirmiani, ossia un popolo di esseri (che possono assumere forma sferica e rotolare velocemente) che vivono sottoterra, creati da Carl Barks nel 1955. Intrappolati durante un’esplorazione dei sotterranei di Paperopoli, i quattro paperini assieme a Beakley, Lena e Jet vanno in cerca di questi esseri leggendari, che trovano non senza pericoli.

Nell’episodio successivo invece vediamo l’introduzione in DuckTales di un personaggio ben noto ai lettori di Topolino, ossia Gastone Paperone (in originale Gladstone Gander): mentre sono alla ricerca del Grillo d’oro infatti, Paperino dovrà affrontare una sfida contro il cugino per riavere la stima dei nipoti.

L’avventura continua dunque a Paperopoli con Il neomiliardario, che ci mostra la rivalità fra Qui e Quo per ottenere un posto di stagista da Mark Becchis (parodia di vari neomiliardari dei giorni nostri), mentre Paperone e Cuordipietra cercano di cacciarlo dal Club dei Miliardari e una spia cerca di rubare il suo ultimo prodotto d’avanguardia.

Infine, negli ultimi due episodi trasmessi, ci sono due interessanti imprese estreme, che porteranno i paperi prima nella Piramide di Toth Ra, dove troveranno ben altro che il tesoro che cercano; successivamente sulla sommità del Monte Maiverest, che Paperone fallì nello scalare ben 75 anni prima per colpa della sua guida, scoprendo il segreto della montagna, degli wormhole che teletrasportano gli scalatori intrepidi: intanto Gaia cerca di effettuare la discesa perfetta con lo slittino.

Cosa si può dire dunque di questa nuova serie animata di DuckTales in base a questi episodi trasmessi finora? Le critiche maggiori finora sono state le seguenti: non sono abbastanza presenti Zio Paperone e Paperino e lo stile di disegno non è apprezzato, in quanto troppo differente da quello “canonico”.

Ma andiamo con ordine: la prima è probabilmente derivante dalla convinzione che le serie animate che prendono spunto dai fumetti debbano essere simili (se non uguali) agli originali su carta o alla serie animata originale, ossia mostrare Paperone come protagonista indiscusso, Paperino come co-protagonista e i nipotini come secondari: questa idea è stata lasciata da parte, come si evince dalla accurata caratterizzazione di quasi ogni personaggio, e in generale dalla messa in onda di episodi che bilanciano la presenza dello Zione e di Paperino con quella dei nipotini e di Gaia (anche se forse un episodio o due con lo Zione presente non avrebbero guastato, vista la bravura nel doppiaggio di David Tennant), per costruire un’opera fresca e con contenuti differenziati rispetto al passato.

Ciò si lega anche al secondo “problema” individuato dal pubblico, ossia il tipo di tratto, ritenuto troppo squadrato e lontano dai canoni di Barks prima e Don Rosa dopo; infatti per poter dare un nuovo volto alle avventure della famiglia di paperi, è per forza necessario distaccarsi graficamente dalle opere antecedenti, svecchiando il design anche per avvicinare altri potenziali telespettatori.

Insomma, il reboot di DuckTales è uno dei pochi esempi di come e cosa dovrebbero essere i reboot di serie “classiche” (animate e non) e come debbano essere sviluppate per poter creare un prodotto divertente, istruttivo e fruibile da tutti, ventenni paperoni o meno.

Guglielmo Picciocchi

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