Topolino arriva prima dell’inglese nella mia vita
E allora, in principio fu RockerdUck. Poi vennero mUmble mUmble e gUlp.
Perché ho messo le “U” maiuscole in queste parole anglosassoni? Perché quella che dovrebbe suonare più o meno come una “A”, nella pronuncia inglese di queste parole, ancora oggi la leggo come “U”.
Voi direte “Sei forse pazzo, in un mondo globalizzato in cui ormai anche i sassi conoscono l’inglese’”
E io vi rispondo che il mio non è né orgoglio italico e nostalgico, né semplice ignoranza. Tutt’altro. Ho vissuto per tre anni in Inghilterra e ho acquisito a tal punto la pronuncia british da essere spesso preso per autoctono. Il discorso è molto semplice: Topolino è arrivato nella mia vita prima della lingua inglese. E cosa accade quando Topolino arriva prima dell’inglese nella tua vita?
Avevo due anni e qualche mese di vita, quando i miei genitori hanno iniziato a comprarmi il settimanale, che sarebbe divenuto poi una colonna portante della mia fantasia. Il motivo è presto detto: mi disperavo nel non riuscire a leggere insegne e scritte random, quando uscivamo a passeggiare.
Ero dunque troppo piccolo per l’asilo, ma già attivo e pronto per la lettura e in questo contesto si inserì a gamba tesa il topo dalle grandi orecchie. Mia madre e mio padre mi mettevano il giornaletto in mano e lasciavano che fossero i colori vivaci, le onomatopee e i tesori rincorsi da Zio Paperone a veicolare il mio ingresso nella lettura.
Zio Paperone che, nella sua corsa a un forziere pieno di dobloni o a un talismano di qualche popolazione dal nome impronunciabile, era appunto osteggiato da Rockerduck. Anzi da RockerdUck. E rieccoci dunque all’annosa questione: dare finalmente giustizia con la crescita e l’acquisizione dei modelli di pronuncia anglosassoni al nome del papero in bombetta o no?
No. Chissene!
Addirittura si potrebbe osare un discorso sulla sonorità e la semantica, azzardando che quella “U” accresce ancor di più la cattiveria del personaggio e lo rende più cupo, ma si andrebbe troppo oltre.
Mi limiterò a dire che pronunciarlo così mi sa di coerenza con me stesso e mi ricorda ogni volta, riempiendomi il petto d’orgoglio, che Topolino con il suo immaginario e con i suoi personaggi polivalenti, capaci di essere buffi e serissimi allo stesso tempo, è arrivato prestissimo nella mia vita.
E non se n’è andato più.
© Disney
Mattia Grossi